28 dicembre 2005

colombo VS mr. peanut

serenate che si perdono nei lumini accesi ai bordi delle strade
una mano sulla bocca e occhi che ti scrutano per carpire
fino all'ultima emozione.
vorrei avere una macchina da scrivere una sigaretta appoggiata in un portacenere
col fumo che sale pian piano e si sposta per la forza delle parole
i capelli spettinati ed essere in bianco e nero.
battere con forza i tasti uno dopo l'altro,
e cantare cantare a squarciagola la canzone più bella.
sceglierne una fra milioni.
ho fame di conoscenza,
ho fame di avventura, di sguardi.
le mie tasche sono state derubate e non me ne sono accorto,
c'è un fuorilegge in città, forse è stato lui,
ma può provare la sua innocenza con un alibi,
e allora lo sceriffo lo lascia in libertà.
l'america è come un respiro prondo,
no chiedetemi come e perchè
solo il respiro potrà rispondervi.
uno due tre quattro cinque
sono i numeri che si rincorrono sul soffitto
al suono di una sveglia.
muri vuoti, storti fatti di costole marroni
ed un desiderio che doveva diventare arancione.
la nave delle promesse è salpata,
verso mari lontani alla ricerca delle nuove terre,
e colombo non sa se ritornerà
a salutare mr. peanut.

27 dicembre 2005

just like a woman

Nobody feels any pain
Tonight as I stand inside the rain
Ev'rybody knows
That Baby's got new clothes
But lately I see her ribbons and her bows
Have fallen from her curls.
She takes just like a woman, yes, she does
She makes love just like a woman, yes, she does
And she aches just like a woman
But she breaks just like a little girl.

Queen Mary, she's my friend
Yes, I believe I'll go see her again
Nobody has to guess
That Baby can't be blessed
Till she sees finally that she's like all the rest
With her fog, her amphetamine and her pearls.
She takes just like a woman, yes, she does
She makes love just like a woman, yes, she does
And she aches just like a woman
But she breaks just like a little girl.

It was raining from the first
And I was dying there of thirst
So I came in here
And your long-time curse hurts
But what's worse
Is this pain in here
I can't stay in here
Ain't it clear that--

I just can't fit
Yes, I believe it's time for us to quit
When we meet again
Introduced as friends
Please don't let on that you knew me when
I was hungry and it was your world.
Ah, you fake just like a woman, yes, you do
You make love just like a woman, yes, you do
Then you ache just like a woman
But you break just like a little girl.

25 dicembre 2005

il clown

sto costruendo una scala,
una di quelle scale vecchie fatte di corda.
ho scelto la corda, il legno e ho cominciato ad intrecciare legno e corda.
a stringere i nodi forte, sempre piu forte.
quella scala mi serve.
a salire sempre più su, a poter guardare le cose da un altro punto di vista.
ad andare in alto vestito da clown, col naso rosso e una lacrima disegnata sul viso
ed essere felice per chi voglio.
sto costruendo quella scala giorno dopo giorno
perchè mi sono fatto una promessa,
e perchè possa andare in qualsiasi momento lassù a prendere una stella
e regalarla.
questa scala è la mia prima scala.
la costruirò comunque, nonostante tutto.
perchè il mio regalo di natale a me stesso.

22 dicembre 2005

buon natale

avrei potuto fare dei cd con una copertina carina, con colori sgargianti o con immagini strane e divertenti.
ma ormai la gente non compra nemmeno più i cd in negozio.
e allora ho pensato che dati i tempi che corrono la gente è più felice se scarica canzoni.
e allora scaricate gente e se volete spargete la voce.
questa è la mia compilation "Natale 2005 - back to myself"
sapete ormai tutti come si fa a scaricare un mp3.
sulla scelta delle canzoni diciamo che di solito ho motivi speciali e precisi per cui le scelgo.
melodie, parole, ricordi e altro.
l'ordine di inserimento è puramente casuale, ho cercato solo di variare un pò il ritmo.
ci sono autori che compaiono più volte, ma non importa.
questo è quanto.
questo è tutto per questo natale.
tutto il resto ci sarà se così dev'essere, altrimenti ci consoleremo.


advertising space - robbie williams - intensive care 2005

tears and rain - james blunt - back to bedlam 2004

born to run - bruce springsteen - born to run 1975

i heard it through the grapevine - creedence clearwater revival - 1969

series of dreams - bob dylan - greatest hits - 1994

goodbye my lover - james blunt - back to bedlam 2004

love minus zero / no limit - bob dylan - rolling thunder review 1975

triumphant - royksopp - the understanding 2005

strangers in the night - frank sinatra - strangers in the night album 1966

it ain't me babe - bob dylan - rolling thunder review 1975

life on mars - david bowie - hunky dory 1971

if - pink floyd - atom heart mother 1970

una giornata senza pretese - vinicio capossela - l'indispensabile 2003

If I were a swan, I'd be gone.

May you build a ladder to the stars

21 dicembre 2005

uccellacci e uccellini

rosso verde

rosso
verde
rosso
verde
rosso
verde
stati d'animo scanditi da questi colori.
come ad un semaforo, fermo ad sognare il verde, o a maledire il rosso.
rosso, rosso fuoco, rosso passione, rosso natale, rosso invidia, rosso sangue, rosso barone, rosso vino, rosso gambero, rosso mattone.
verde, verde speranza, verde acqua, verde rame, verde lucertola, verde insalata, verde prato, verde mare, verde libero.
rosso verde come il bilico
la vertigine
il vuoto
rosso verde come me
rosso verde come i sogni
rosso verde come pennelli.
rosso verde come rosso verde.

20 dicembre 2005

il giorno in cui non ci saranno più farfalle

sarà un giorno silenzioso.
fermo, immobile.
come una fotografia.
ho in mente il giorno in cui spariranno le farfalle.
sarà come mettere in pausa un film.
perchè ho sempre creduto che siano le farfalle a far muovere tutto.
col loro sbattere d'ali, tutte insieme, in tutto il mondo, muovono nuvole
rami d'albero, capelli, onde del mare.
e tutto in silenzio, con discrezione.
leggere come l'amore si spostano
e cantano.
canzoni di un tempo che non c'è più,
di giorni miti e colorati.
quelle farfalle che nascono vivono e si sposano in un solo giorno.
quelle farfalle che non hanno tempo di aspettare.
impazienti di nascere, impazienti di amare, impazienti di morire.
hanno i colori più vivi, perchè in un solo giorno devono farsi ammirare.
non hanno tempo per diventare più belle.
sono anime che si lasciano morire senza paura.
le farfalle si posano su una scarpa in un'isola della grecia
ti osservano e ti portano un messaggio d'amore.

19 dicembre 2005

cet amour

Cet amour
Si violent
Si fragile
Si tendre
Si désespéré
Cet amour
Beau comme le jour
Et mauvais comme le temps
Quand le temps est mauvais
Cet amour si vrai
Cet amour si beau
Si heureux
Si joyeux
Et si dérisoire
Tremblant de peur comme un enfant dans le noir
Et si sûr de lui
Comme un homme tranquille au millieu de la nuit
Cet amour qu faisait peur aux autres
Qui les faisait parler
Qui les faisait blêmir
Cet amour guetté
Parce que nous le guettions
Traqué blessé piétiné achevé nié oublié
Parce que nous l’avons traqué blessé piétiné achevé nié oublié
Cet amour tout entier
Si vivant encore
Et tout ensoleillé
C’est le tien
C’est le mien
Celui qui a été
Cette chose toujours nouvelle
Et qui n’a pas changé
Aussi vrai qu’une plante
Aussi tremblante qu’un oiseau
Aussi chaude aussi vivant que l’été
Nous pouvons tous les deux
Aller et revenir
Nous pouvons oublier
Et puis nous rendormir
Nous réveiller souffrir vieillir
Nous endormir encore
Rêver à la mort,
Nous éveiller sourire et rire
Et rajeunir
Notre amour reste là
Têtu comme une bourrique
Vivant comme le désir
Cruel comme la mémoire
Bête comme les regrets
Tendre comme le souvenir
Froid comme le marble
Beau comme le jour
Fragile comme un enfant
Il nous regarde en souriant
Et il nous parle sans rien dire
Et moi je l’écoute en tremblant
Et je crie
Je crie pour toi
Je crie pour moi
Je te supplie
Pour toi pour moi et pour tous ceux qui s’aiment
Et qui se sont aimés
Oui je lui crie
Pour toi pour moi et pour tous les autres
Que je ne connais pas
Reste là
Lá où tu es
Lá où tu étais autrefois
Reste là
Ne bouge pas
Ne t’en va pas
Nous qui sommes aimés
Nous t’avons oublié
Toi ne nous oublie pas
Nous n’avions que toi sur la terre
Ne nous laisse pas devenir froids
Beaucoup plus loin toujours
Et n’importe où
Donne-nous signe de vie
Beaucoup plus tard au coin d’un bois
Dans la forêt de la mémoire
Surgis soudain
Tends-nous la main
Et sauve-nous.

il quadro

esattamente come la tela bianca da colorare.
mi giro e rigiro nel letto
sono le 5 e non dormo.
penso ai colori e alle forme.
la densità del colore.
il pennello che scivola lentamente sul bianco.
ma il risultato non è mai come lo immagini.
se solo potessi dipingere i profumi.
sarebbe un profumo delicato, ma vivace,
leggero,
sinuoso, avvolgente.
mi guardo in quel quadro, che diventa uno specchio
che diventa un responso.
e il risultato è che sto dipingendo senza colori.

16 dicembre 2005

il salice

un sole pallido sul viso e l'acqua dura.
le anatre che scivolano e cercano da mangiare.
il suono di canzoni lontane che entra ed esce.
si perde nei timpani e scivola nel cuore.
parole che viaggiano fra le nuvole a forma di cane.
e compaiono nere su bianco.
compaiono le luci dell'erba,
compare una nonna col bambino
un ramo con la sua foglia.
la ragazza con la tuta non si ferma e corre corre corre..
mi guarda e corre.
perde una scarpa, poi l'altra, poi la tuta e il cappello.
e si tuffa nell'acqua gelida tornando dov'è nata.
acqua nell'acqua.
con sette colori che salutano le foglie.
e foglie colorate che scrivono poesie.
la collina e il salice si trasformano in una spalla ricoperta dai
suoi capelli.
e nei giorni freddi tutto diventa caldo.

15 dicembre 2005

con la sabbia sotto i piedi e un mojito in mano

Strangers in the night exchanging glances
Wond’ring in the night
What were the chances we’d be sharing love
Before the night was through.

Something in your eyes was so inviting,
Something in you smile was so exciting,
Something in my heart,
Told me I must have you.

Strangers in the night, two lonely people
We were strangers in the night
Up to the moment
When we said our first hello.
Little did we know
Love was just a glance away,
A warm embracing dance away and -

Ever since that night we’ve been together.
Lovers at first sight, in love forever.
It turned out so right,
For strangers in the night.

13 dicembre 2005

un panino

In un grande magazzino una volta al mese,
spingere un carrelo pieno sotto braccio a te.
E parlar di surgelati, rincarati.
Far la coda mentre sento che ti appoggi a me.

Prepararsi alla partenza con gli sci e scarponi.
Essersi svegliati presto, prima delle sei.
E fermarsi in trattoria per un panino
e restar due giorni a letto non andar più via.

Perchè no?
Perchè no?
Perchè no?
Perchè no?
Scusi lei, mi ama o no?
Non lo so, però ci stò.

Comperar la terra i semi e qualche grande vaso.
Coltivare un orto sul balcone insieme a te.
Chi rubò la mia insalata?
Chi l'ha mangiata?
E rincorrerti sapendo quel che vuoi da me.

Chiedere gli opuscoli turistici della mia città,
e con te passare il giorno a visitar musei.
Monumenti e chiese, parlando inglese,
e tornare a casa piedi dandoti del lei.
Ah ahaaa...

Perchè no?
Perchè no?
Perchè no?
Perchè no?
Scusi lei, mi ama o no?
Non lo so, però ci stò.

Perchè no?
Perchè no?
Perchè no?
Perchè no?
Scusi lei, mi ama o no?
Mmh mmh...
Non lo so, però ci stò, però ci sto...

12 dicembre 2005

un jour

Un jour sans te voir
C'est un matin sans soleil
Où tout devient noir
Où tout devient pareil.

Un jour sans t'entendre
C'est un après-midi bien triste
Où je ne fais qu'attendre
Où il n'y a que l'espoir qui subsiste.

Un jour sans te toucher
C'est un soir sans lune
Où rien ne sert de se coucher
Où seul ton absence m'importune.

Un jour sans toi
C'est un royaume sans roi
C'est un homme sans foi
C'est une vie sans joie.

06 dicembre 2005

silenzio

il silenzio è frastuono.
troppo silenzio fa diventare sordi,
ma non sentire alle volte non duole.
ticchettii di gocce che si posano sui vetri
e davanti a me una collina.
piena di luci sul lato destro.
secca di vita sul sinistro.
l'inchiostro cola sulle dita e sui fogli.
e dita e fogli diventano madre per i pensieri.
il vento soffia senza risposte
ma lui canta.

perchè?

perchè non scrivo più come prima?
perchè non mi viene in mente niente da scrivere quando sono in giro?
perchè non dipingo?
perchè non fotografo?
perchè non ho tempo pur avendo un sacco di tempo?
perchè mi faccio queste domande?

30 novembre 2005

cult movies

solo per veri intenditori.

- Werewolf.
- Werewolf?
- There.
- What?
- There wolf. There castle.
- Why are you talking that way?
- I thought you wanted to.
- No, I don`t want to.
- Suit yourself, I`m easy. Well, there it is. Home.

25 novembre 2005

io e .

come la notte e i suoi pianeti,
la trottola con il pavimento,
il telecomando e la televisione,
l'anello e il dito,
lo spazzolino e il dentifricio,
la lampadina con la corrente elettrica,
il balcone e la ringhiera,
la schiuma e il sapone,
il freddo e i guanti,
la sedia e il culo,
la penna e il foglio,
la musica e le orecchie,
la sete e l'acqua,
gli uccelli e il cielo,
la marmellata e il pane,
i sogni e i bambini,
le scale e il fiatone,
la matita e la gomma,
le pagine e il quaderno,
i cani e le carezze,
il dolore e il pianto,
la pioggia e il traffico,
il piatto e la minestra,
la ruota e l'asfalto,
io e .

ventietrentasei

sarò di ritorno in un attimo,
giusto il tempo di andare in california
e le chitarre non suoneranno più.
le rose corrono nella notte
mentre gridano il loro nome.
e urlano più forte dalla loro cella in disordine
dove nascono le bugie come figli.
strada 65,
e 35 anni di rimproveri in guardaroba sotto la luce del neon
mentre aspetta il treno su cui scrivere canzoni,
avvolto dalle sciarpe della musica.
i segreti di un'ora sono nascosti nelle saline del tempo
dove riposano le penne degli zingari che si amano.

24 novembre 2005

l'espace d'un matin

io e te,
soli comprendiamo la vastità dei nostri cuori,
soli restiamo,
occhi negli occhi in abbracci,
che durano l'éspace d'un matin.
rincorriamo l'aquilone dei desideri,
dietro il vento dei sogni che spinge il nostro futuro.
io e te,
e una porta che ci dà la buonanotte.
e un'ascensore che mi porta lontano.
soli nei nostri letti fatti di lenzuola, sospiri e gambe che si cercano.
io e te,
fatti di pregi e difetti,
nati per essere distanti e finiti per restare insieme.
io e te.
soli fra gli altri che sono soli.
ti...

nevica

all'una e ventisei.
pedalo di notte.
vento.
foglie che volano.
baci bianchi che cadono dal cielo.
nevica.

23 novembre 2005

mr. peanut

occhi riversi
è il mio mondo parallelo.
guardo le cose al contrario.
mr. peanut mi guarda e sorride, dall'alto mi guarda
e sussurra.
ci osserva e ride di me.
bottiglie che volano e saltano in mille pezzi.
e mi feriscono col saluto.
torno a casa e bevo un soffio di vento gelido fino a farmi lacrimare lo stomaco.
mr. peanut è sempre li fermo a guardarmi, ogni volta che entro.
mr. peanut vive negli anni sessanta con una scorta di marijuana.

17 novembre 2005

lunadinotte

c'è un motivo sempre nella mia vita.
per esempio perchè il vecchio blog si chiama lunadinotte.
perchè di notte la luna è compagna di sogni e speranze.
perchè all'una è già notte fonda e la luna è lì.
un gioco di parole che mi ha sempre affascinato.
e l'ho creato una notte di tanto tempo fa, verso quell'ora.
lunadinotte
senza parlarsi
stringendosi.
lunadinotte
il freddo che entra nelle mani e una sola giacca in due.
nasi al cielo.
abbagliati dal chiarore
soli,
sentendoci respirare.
un rettangolo blu e occhi da baciare.
ci sono,
ti stringo.
lunadinotte con te.


ti...

14 novembre 2005

lovesongtoastranger

non dirmi no.
salvare noi due significa salvare un desiderio.
quando ti vesti e resto a guardarti,
una piccola mela.
usciamo in strada, col freddo che ci gela le punte dei piedi.
e voliamo via su una stella, veloci,
col vento che ci fa lacrimare gli occhi.
con le mani nelle mani
stringiamo i nostri sogni.
ti...

11 novembre 2005

il freddo che gela i pensieri

è calato il freddo davvero.
sono uscito dal portone e di colpo ho sentito fredddo.
il gelo, nelle mani mentre pedalavo.
l'ipod acceso su qualche canzone che non ricordo nemmeno più.
un completo non sapere, come se fosse domani.
e invece è oggi.
ci sono tante buche per terra, appena esco di casa le ruote ne risentono.
non sono certo un diplomatico,
ma so bene cosa è giusto e cosa no in un certo momento.
piu di quanto si possa immaginare.
in fondo basta poco.
basta pensare.
e spesso il pensiero invece si blocca, i tamburi cominciano a rullare
e la ragione marcia dietro la banda.
è divertente certo, l'immagine di una banda.
ma si vede solo la banda.
solo tamburi, solo trombe e organi che suonano.
fiati che soffiano sempre più forte
dentro le trombe e fuori il rumore.
come un boato
sempre più forte sempre più in alto
fino a raggiungere le finestre sulla strada.
le spalanca e dentro a spostare fogli di carta e cenere di sigarette.
a scuola ci si sedeva nei banchi sempre lì, sempre in fila, ora non più.
ora si beve a collo da bottiglie scure
inondando le vene,
le arterie e la testa di alcool.
ora ci si guarda con sospetto.
non più tutti per uno verso la fine,
ora soli verso l'inizio di una nuova vita.
da prendere a calci quando non si capisce,
quando ci si sente senza casa.
e senza regali da scambiarsi perchè è natale.
la pioggia non cadrebbe se non ci fosse il terreno, è l'unica cosa che so di certo,
senza brillare come un diamante nelle notti d'agosto
e non è così che vanno le storie.
ci si pulisce per strada,
con una tazza di caffè,
con il tuo cane che ritorna dall'ufficio postale.
cento cinesi che cenano allegri
e sette voglie d'averti.
perchè se sette sta sotto
salto la siesta del giorno perfetto.
e gli animali si infilano nelle gabbie
depressi
con desiderio di farla finita.
salisburgo in insalate verdi.

news

qui accanto trovate il radio.blog
una stronzata ecco cosa..
però ci metterò pian pianino qualche canzone, così magari invece di leggere
quello che scrivo perchè è noioso,
ascolterete un pò di musica.
se invece non vi piace neanche la musica allora continuate a leggere.
o cliccate sulla x della vostra finestra.
in internet è semplice non cagare più una persona.
sempre vostro affezionato.

10 novembre 2005

fatto sta...

...fatto sta che ci sono passaggi segreti fra vita e poesia.

lo specchio

sono qui, sono qui.
con un anello al dito sono qui.
è notte fonda e ho freddo,
la coperta dev'essere scivolata sul fianco e mi ha scoperto.
per questo ho freddo, altrimenti non ce ne sarebbe motivo.
è mattino presto e ho ancora sonno, perchè il sonno mi viene quando ho voglia di
sognare ancora un pò, altrimenti sarei già in piedi a fare qualcosa.
è pomeriggio, fuori comincia a calare la luce, mangio mandarini perchè mi piace
l'odore che resta sulle mani e mi piace mettere le bucce sul termosifone
prima di buttarle.
e c'è un'altra cosa che mi piace, ed è scrivere e poi usare il tasto per cancellare,
perchè le parole spariscono velocemente, così come sono arrivate.
oggi è il gran giorno.
bob dylan and his band IN SHOW AND CONCERT!
un pazzo furioso ecco cosa, un lucido pazzo che è arrivato solo per primo, tutto qui.
il segreto è esserci quando per gli altri pare scontato.
è scontato dire che la rosa ha un buon profumo
ma quando lo dici tutti ti sorridono e nella loro testa pensano al profumo delle
rose.
è scontato dire che i tramonti sono belli e caldi,
ma prova a dirlo quando quel tramonto non lo vedi,
gli occhi sorrideranno.
il segreto è uno specchio.

08 novembre 2005

I see my light come shining

quando mi sveglio al mattino, quando mi giro di notte nel letto.
vedo la mia luce che sta nascendo.
tasti su tasti che spingo sempre piu in fondo, senza pensare tanto a quello che
viene fuori,
eppure in fin dei conti il risultato è quello che avevo in testa.
lo vedo che nasce, lo sento.
e gaurdo l'orologio per attendere l'ora più dolce,
come gli anziani passo il tempo aspettando che il tempo passi.
ma intanto metto nello zaino tutto ciò che ho voglia di portarmi dietro,
quello che mi è servito fin da piccolo.
nero, il cerchietto è nero o marrone scuro.
un cerchio aperto adesso si è chiuso.
lasciando fuori tutto il freddo che ti gela le ossa.
inverno ti chiamo,
rispondi con voce dorata.
mentre un disco argentato
gira gira gira e continua a girare sulle nostre vite.
note.
blu note.
i wrote.

07 novembre 2005

l'amore è in cantina

quand'ero fra le sue braccia,avevo la mano sulla sua schiena,
e scrivevo ti amo con il dito,
sulla sua pelle.
poi venne la notte, con i suoi sospiri, con le sue ire.
venne la notte sull'oceano
sussurando parole dolci nelle orecchie.
silenzi accettati e pensieri che si trasformarono in colori.
raggiungemmo i capelli,
che correvano liberi,
come fratelli per mano.
è il suo piacere che mi trascina nelle strade
e mi coccola.
il modo in cui si muove.
il modo in qui mi parla.
il modo in cui io sono suo.
il tempo è un oceano.
l'amore è in cantina.

02 novembre 2005

olivas!... sono greche!

in pochi giorni ho osservato me stesso da fuori.
in pochi giorni mi è sembrato di non essere piu me stesso.
o meglio:
ho osservato un nuovo me stesso che si distacca dal suo vecchio mondo.
la cosa non mi dispiace, anzi.
le cose cambiano per me, come ho voluto che fosse qualche tempo fa.
e adesso mi ci trovo dentro, fino al collo.
e sentire quei brividi di piacere che si provano ogni volta che viene giorno, come dice vasco, un giorno nuovo, da vivere fino in fondo aspettando l'altro che seguirà.
mi sento attratto dal piacere di scoprire cosa succederà domani, sapere se quello che ho fatto oggi è servito, a me, a noi due.
a crescere, a sognare, a sorridere.
in pochi giorni sono passato dalla pianura al mare e di colpo dal mare alla pianura e poi giu, lungo lo stivale..
tante strade lunghe, quasi tutte uguali, fatte in modo da poter pensare il piu possibile.
ed io l'ho fatto.
mille pensieri che si rincorrono come bambini all'asilo,
mille emozioni, tante paure.
ma in tutte quelle immagini ci sono due mani in un supermercato che si stringono, si cercano e si fermano nel reparto sottaceti e vari:
"ecco le olive.."
"prendiamo queste, OLIVAS! sono greche, sono buone!"
tivogliobene

26 ottobre 2005

rose che piantano spine su spine, su mani.
e il capro espiatorio è il dottor venezia.
rotolo nel fango delle mie lenzuola con fare sospettoso
spiando la voglia d'amore.
tutto il giorno ad inseguire le formiche nei loro tratti di vita.
tutto il giorno a disegnare tratti di volti che non parlano.
e le luci del mattino sono deboli, effimere,
e i lampioni hanno vita breve.
finiscono di lavorare e diventano water per gatti.
quei miseri gatti che non trovano pace,
che non tacciono in amore
e non amano quando tacciono.
il blu resta fisso nel muro,
nel cavo del telefono,
sul monitor che parla cantando.
un quaderno pieno di sogni speranze e futuro.
piccoli quadratini da riempire giorno dopo giorno dopo ore passate insieme.
l'anziana donna mi guarda seduta sulla sua poltrona,
mi osserva e scruta le mie mani.
conoscendo la verità mi spinge avanti nei giorni e nelle note
di queste canzoni ricche di parole che crescono crescono crescono.
fino a scoppiare nel sale,
sale nel sole.
soli.
io e te nei nostri pensieri.

dietro un grande vetro

dietro un grande vetro il caldo della mano appanna il vetro stesso.
e il contorno della mano è netto.
attraverso la mano sul vetro, il lampione e l'albero.
la strada e qualche faro delle macchine.
poi la mano scompare dal vetro il lampione torna ad essere freddo e grigio e le macchine non passano più.
è l'ora della buonanotte.

21 ottobre 2005

se una sera la pioggia e un lampione

se una sera la pioggia,
un lampione altissimo con una lampadina piccolissima
ed una macchina che ti porta da tutt'altra parte.
se una sera i vetri si appannano e la voce che arriva da un telefono
ogni tanto sparisce e si perde nell'aria.
se sempre quella sera vorresti essere tu ma fra dieci anni
con quella mano da stringere forte alla tua, sempre la stessa mano,
nei giorni negli anni.
beh quella sera è la sera in cui ti ricordi di un'altra sera
in cui le tue labbra hanno bevuto dal calice della felicità ed
altre labbra ti hanno confidato che nei loro sogni c'era chi dedicava loro
alcune parole.
queste parole che scrivo qui sotto, che non escono dalla mia testa,
ma è a questo che servono i cantautori, i poeti.
servono a me per averti accanto anche stasera e per gli anni a venire.

Se non fosse per te
Cosa avrebbe un senso
Sotto a questo cielo immenso
Niente più sarebbe vero
Se non fosse per te
Come immaginare
Una canzone da cantare
A chi non vuol sentirsi solo
Se non fosse per te
Crollerebbe il mio cielo
Se non fosse per te
Sarei niente, lo sai
Perché senza te io non vivo
E mi manca il respiro
Se tu te ne vai
Quando sono con te
Chiudo gli occhi e già volo
D’improvviso la malinconia se ne va
Dai pensieri miei cade un velo
E ritrovo con te l’unica verità
Solamente tu sai
Anche senza parole
Dirmi quello che voglio sentire da te
Io non ti lascerò
Fino a quando vivrò
Tutto quello che un uomo può fare
Stavolta per te lo farò
Una pioggia di stelle
Ora brilla nell’aria
Ed il mondo mi appare
Per quello che è
Un oceano da attraversare
Per un cuore di donna
O la spada di un re
Perché senza te io non vivo
E mi manca il respiro se tu te ne vai
Solamente tu sai
Anche senza parole
Dirmi quello che voglio sentire da te
C’è un tempo per l’amore
Che spiegarti non so
Tutto quello che un uomo può fare
Stavolta per te lo farò
Tu sarai la regina
Dei miei desideri
L’orizzonte costante
Di questa realtà
Tu che sei per me, come vedi
Tutto quello che un uomo
Sognare potrà
Tutto quello che un uomo
Sognare potrà

18 ottobre 2005

amici telematici

riportata così questa conversazione via messenger potrebbe non avere senso, soprattutto se non si conoscono i retroscena, ma io la riporto per quella che è stata, fra qualche tempo quando la rileggerò riderò come ho riso stasera.
bastano pochi minuti per riscoprire la gioia di essere amici da una vita.

"g" sono io
"f" il mio fido amico francesco
il teschio è il nostro amico giuseppe che vive a perugia

f: domani è il compleanno del teschio
g: azz.. è verò. mò gli mando un mms con un cuoricino..
f: io lo chiamo domani... ma non ne sono sicuro al 100%, non voglio sbilanciarmi.
g: oh ma il teschio ha sempre lo stesso numero?
f: si il crozza ha sempre lo stesso num..
g: ahahah
g: il cranio
g: la testa d'osso
g: testa d'osso mi piace. lo chiamerò così d'ora in poi
f: potremmo andare a trovarlo a perugia.. fra l'altro è pure la settimana del cioccolato...
g: eh beh allora cremino (cremino è un suo vecchio soprannome, ndr)
f: ahahah
f: teschio, quanti anni compi, 27? allora.. DAMMI STE QUATTR'OSSA!
g: ahahahha
f: e si..ormai sono vent'anni che lo conosciamo...
g: a parte che ne compie 28..
f: va bhè...
f: ma il tempo nell'ade passa lentamente...
g: ahahah
g: anche nell'adipe
f: anche nella scapicia
g: frà ma perchè alla fine diciamo sempre cazzate?
f: perchè è figo..
g: hai ragione
f: e perche vale la pena essere amici come noi...
g: giusto.. ora però vaffanculo che vado a dormire.
f: anche io, vaffanculo pure tu, salutami la tua ragazza.
g: se avessi una sorella ti direi di salutarla.
f: buonanotte
g: cià

16 ottobre 2005

sperare

oggi, domenica 16 ottobre 2005 alle 12.26
ho compiuto il mio dovere di cittadino.
un dovere di cittadino parziale nel senso che si tratta solo di indicare alla sinistra come vorrei il mio domani.
stare qui a dire ho votato per questo o per quello è ininfluente.
la cosa che volevo lasciare in questo post è la sensazione che ho provato uscendo dal seggio.
il sole caldo che mi ha scaldato il volto di colpo, uscendo da un'aula fredda e umida.
un'idea sarebbe quella di far votare in giornate calde e di sole, all'aperto, ci sarebbe più entusiasmo e speranza da parte di tutti.
sono uscito, e mettendomi in tasca la tessera elettorale mi sono fermato sulle scale, con il sole negli occhi, e ho sognato.
ho sperato e sognato che quel voto in più possa far cambiare qualcosa.
a prescindere.
ho sognato una serie di domani, mi sentivo una lacrima dentro, immensa.
mi sono diretto verso la bici.
pedalando verso casa ho continuato a sperare.
che un giorno i miei figli possano vivere in un'italia degna di essere italia.
degna di essere quell'italia patria di italiani, popolo di poeti e navigatori.
e allora andiamo avanti, navighiamo a tutta forza, in alto mare, e sognamo con la nostra poesia.
quella poesia che ci ha sempre contraddistinti.
noi siamo l'italia, siamo più dell'america, più della germania, della francia e dell'inghilterra se vogliamo.
non me ne abbiano gli inglesi francesi tedeschi di turno..
capitemi.
noi siamo l'italia che sogna di essere grande, come lo siamo stati in passato, quando tutti sognavano di essere come noi.
noi siamo noi,
un insieme di italiani, che hanno voglia di ritornare a sorridere e sognare.

14 ottobre 2005

il coperchio

uno dei ricordi della mia infanzia che ricorrono spesso
è di me piccolo, in casa di mia nonna.
la guardavo mentre cucinava, mentre faceva la spola fra fornelli, lavandino, frigorifero e tavolo.
mi ricordo le sue mani sotto l'acqua, il coltello che sbucciava le patate o il profumo dei peperoni che tagliava.
e poi mi ricordo che metodicamente, ogni volta che preparava il sugo, prima di spegnere il fuoco sotto la pentola, prendeva un pezzo di pane, di quel pane di casa che ancora oggi assaporo chiudendo gli occhi, e lo intingeva nel sugo.
poi mi chiamava e mi porgeva il pane rosso ed io mi avvicinavo come un uccellino al becco della mamma e mangiavo.
adesso, a 28 anni, quando mi trovo davanti ai fornelli, e vedo la pentola del sugo mi viene spontaneo e automatico tirare su il coperchio della pentola, prendere un pezzo di pane, farlo diventare rosso fino alle dita e poi chiudere gli occhi immaginando ancora quella mano rugosa, piena di vita che mi porgeva il pezzo di pane per farmi assaggiare il suo sugo.

11 ottobre 2005

giro di boa

nella vela il giro di boa è quando la barca arriva alla boa
che delimita lo spazio della gara e torna indietro.
nel linguaggio comune ormai è diventato un modo per dire che sei a metà di quello che dovevi fare e da lì in poi è tutta discesa o quasi.
per me il giro di boa potrebbe essere quello che sto vivendo adesso.
non so, forse è presto per dirlo, forse no, ma non smetto di sognare proprio ora.
ho due occhi da guardare, in cui tuffarmi.
ho due occhi con cui parlare.
e tanti sogni che possono trasformarsi in realtà.
ho un ginocchio che mi fa male, sempre più male, ed un ortopedico che non risponde al telefono.
ho un nipote meraviglioso.
ho tanti amici, vicini e lontani.
e tutto questo quando ho 28 anni.
se ci penso questo è il mio giro di boa, forse dovrei cominciare a spiegare le vele, e girare il timone.
chi lo sa.
forse..
per ora aspetto che il vento si alzi ancora di piu.

03 ottobre 2005

a fool on the hill

il vento e il sole.
si uniscono, si tengono per mano, imperiosi,
un venerdì pomeriggio.
il mondo sotto di loro,
il mondo sotto l'oro.
dentro i musei dei telefoni
uan ragazza sospira,
si attacca a quel filo come vent'anni fa.
si attacca alla speranza di poter recuperare quello
che sta perdendo.
quello che le scivola velocemente dalle mani.
e allora amami nelle sere d'ottobre,
sceglimi fra gli occhi dei passanti.
perchè in amore si sceglie fra i passanti,
l'amore è una folla di passanti che urla,
la gelosia è un caffè servito freddo.
è tempo di raccogliere le foglie che cadono e sistemarle in un cesto rosso.
seccheranno e il rumore sarà dolce al suo agitarsi.
un rumore senza fine,
un rumore senza fili,
che tengono legate due mani.

02 ottobre 2005

love is just a four-letter word

Seems like only yesterday
I left my mind behind
Down in the Gypsy Cafe
With a friend of a friend of mine
She sat with a baby heavy on her knee
Yet spoke of life most free from slavery
With eyes that showed no trace of misery
A phrase in connection first with she I heard
That love is just a four-letter word

Outside a rambling store-front window
Cats meowed to the break of day
Me, I kept my mouth shut, too
To you I had no words to say
My experience was limited and underfed
You were talking while I hid
To the one who was the father of your kid
You probably didn't think I did, but I heard
You say that love is just a four-letter word

I said goodbye unnoticed
Pushed towards things in my own games
Drifting in and out of lifetimes
Unmentionable by name
Searching for my double, looking for
Complete evaporation to the core
Though I tried and failed at finding any door
I must have thought that there was nothing more
Absurd than that love is just a four-letter word

Though I never knew just what you meant
When you were speaking to your man
I can only think in terms of me
And now I understand
After waking enough times to think I see
The Holy Kiss that's supposed to last eternity
Blow up in smoke, its destiny
Falls on strangers, travels free
Yes, I know now, traps are only set by me
And I do not really need to be
Assured that love is just a four-letter word

26 settembre 2005

e correre felici a perdifiato...

perchè apro e chiudo la pagina del blog?
perchè non so cosa scrivere?
e perchè vado sempre a leggere il mio vecchio blog?
ho paura.
di aver voluto cambiare troppo in fretta.
di non essere capace,
di non essere grande.
ma gli anni passano, i capelli cadono, e per fortuna non così copiosi
come succede a tanti altri.
mi ripeto sempre che magari cadendo quelli vecchi, come le foglie,
lasciano spazio agli altri.
diciamo che ho una capigliatura altruista, ecco.
anche se sono felice ho qualcosa che mi si contorce dentro, e non so cos'è.
ho un futuro prossimo a cui guardare e su cui concentrare le mie forze e i miei desideri.
ma non lo faccio con le tende aperte, la finestra lascia passare una luce bella, calda,
colorata, ma passa attraverso una tenda che filtra.
passerà, come tutto il resto.
ho solo voglia di sorridere dentro.
e in questi giorni non è difficile!
corro
corro
corro
corro

24 settembre 2005

profumo di padre

'O pate è 'o pate
nun se po lamentà maie cu nisciuno
addà fa sempe 'o forte, addà fa 'o pate
è capo ma nun sape cumannà.
'o pate è 'o pate
sempe annascuso, nun se vede maie
ma sape tutto chello ca succere
e quanno vò se sape fa sentì,
e cà 'a fatica 'nfaccia e dint' a ll'ossa
va cammenanno cu 'e penziere appriesso,
se cresce e figli dint' 'o portafoglio
sempe cchiù chino e 'sti fotografie.
nisciuno 'o sente quanno parla sulo
e se fa viecchio sestimanno e guaie,
e si 'o faie male s' astipa 'o dolore areto a 'nu sorriso,
e se va appendere int' 'o scuro
a 'na lacrema d' 'o core
ca ogni tanto 'o fa cadè.
'o pate è 'o pate
nun se poí rassignà si 'o juorno è niro
pe' forza addà truvà nu piezze 'e sole,
pe' scarfà a casa soia primma 'e partì.
'o pate è 'o pate
'o primmo amico 'e quanno si criaturo
ca fore a scola nun 'o truove maie
ma sta tutte 'e mumente addù staie tu.
'o truove sempe cu 'o piacere 'n mane
si nun vu' niente te vo' da coccosa
e se sta zitto pe guardà 'e parole
ca so carezze ca isso t' 'a mparato.
acale l'uocchie quanno te salute
e sott' e diente dice statt' accorto,
e chella mano ca te tocca 'a spalla è 'o coraggio ca tiene
e nun te miette cchiù a paura
pecchè saie ca nun si sulo
quanno a vita è contro a te.

21 settembre 2005

alda merini

Madre
la poesia che nessuno dice
che nessuno vuol tutelare
e che nessun autore vede
è il proprio sentimento di Amore.

Si nasce convinti che la poesia sia destrezza
ossia cambiare un cavallo
e che sia come correre in tondo
nelle arene della grandezza
e poi improvvisamente
Nerone ha incendiato la cetra
Callisto si è fatto buio
Tiberio si è dimenticato
e la trappola aperta per topi
si fa di nuovo piena.

Arriva la domestica e ti domanda se esci
arriva il giornalista e ti domanda se canti
ma arriva tua madre improvvisamente
e senza dir nulla ti raccoglie i capelli
in un unico nodo d'amore.

20 settembre 2005

il vento non sa leggere...

c'è un romanzo di richard mason che si chiama "il vento non sa leggere".
l'ho visto ieri in libreria.
è uno di quei libri che mi affascinano ma per qualche motivo non riesco ad allungare la mano al primo colpo e prenderlo.
l'ho guardato sullo scaffale, l'ho osservato e ho pensato al titolo.
devo essere rimasto lì imbambolato per qualche minuto, mentre la mia testa vagava nei pensieri e nelle immagini dettate da quelle parole.
il vento non sa leggere.
tornato a casa ho cercato notizie sul libro, sulla frase, e scopro che è una poesia giapponese che recita così:
"Sul cartello è scritto: "Non cogliere questi fiori". Ma per il vento è inutile, perché il vento non sa leggere".
è vero, il vento non sa leggere.
però il vento è come quei personaggi che trovi raramente nei paesi più piccoli, dove si fa del convivere un modo di vita.
quelle persone per lo più anziane, che non hanno mai saputo scrivere o leggere, che non si sono mai interessati di quello che succedeva fuori dalla città.
senza preoccupazioni per il deficit pubblico o il pil o le lotte di classe dovute ad elezioni vinte dal pinco pallino di turno.
con le mani screpolate e dure, grosse, gli occhi incastonati nel viso come possono esserlo i diamanti nella roccia.
quelle persone che profumano di caminetto d'inverno e di spazi freschi l'estate.
affascinanti, si, affascinanti.
perchè silenziosi ti indicano la strada, con un gesto esprimono tutta la loro rassegnazione o la loro felicità.
persone che restano sole il più delle volte.
ma persone a cui staresti vicino per una giornata intera seduto su un muretto, in silenzio, a guardare la gente che passa e ti guarda.
ma il vento è lì,
accanto a te, e ti porta lontano con i pensieri, con gli sguardi.
il vento non sa leggere,
ma ama.

18 settembre 2005

lacrime di coccodrillo

piove di domenica.
il giorno giusto per piovere.
un giorno che può essere tranquillamente grigio.
un giorno per guardare fuori dalla finestra per ore,
osservare la gente che cammina sotto l'ombrello,
immaginare cosa pensa, dove va, cos'ha fatto ieri sera.
domenica di grigio,
quello che non ti viene mai quando mischi bianco e nero in un piattino di plastica.
perchè ha delle venature nere, e delle venature bianche.
domenica in cui qualcuno piange su nel cielo, qualcuno che
rimpiange il passato, qualcuno che si odia per gli errori commessi,
qualcuno che si amareggia per un'occasione persa.
qualcuno che tranquillamente stasera dimenticherà tutto per godersi
le ultime ore del week end..
riportando le lacrime al loro posto, da dove sono venute,
da un grosso coccodrillo grigio con venature di bianco, e venature di nero.
quel grigio che non ti viene mai quando mischi bianco e nero in un piattino
di plastica...

17 settembre 2005

il treno dei desideri

sei li in fila,
per entrare ad una festa di cui non te ne frega niente,
vorresti essere da tutt'altra parte.
vorresti annusare un profumo che ti piace,
prendere una mano,
sorridere.
ma sei li, in quella fila, in cui tutti si affannano a non
farsi rubare il posto, tutti cercano la cosa piu banale che passa per la testa per fare conversazione, perche' e' venerdi, e il venerdi sera non si parla di cose
serie.
noi vogliamo il divertimento, noi siamo animali che cercano una gabbia dove rinchiuderci e cominciare il corteggiamento sfoggiando i piumaggi piu' vivaci, il portamento piu' fiero, la sicurezza ostentata!
niente cose serie,
dentro di noi un'unico pensiero: stasera ci riesco, stasera mi accoppio.
le vedi tutte quelle teste che si girano a destra e a sinistra, in fila a guardare dentro, animali terrorizzati che si lanciano nel fuoco per fuggire il fuoco.
e' venerdi sera, l'unica sera di sette sere in cui si lasciano le scarpe per terra e si comincia a volare.
e li, in quella fila di ormoni vestiti a festa, il tuo maglioncino e' colmo di piccoli semini staccatisi dalla pianta su cui e' caduto.
mille semini, ne togli uno e ne scopri altri dieci.
ecco, anche per le piante e' venerdì sera.
loro si accoppiano cosi, attaccano il loro orgasmo ad un essere mobile e sperano nei loro figli.
quei figli che ora tu stai li a staccare, uno dopo l'altro, con la gente che ti parla accanto, con la musica che suona sulla tua testa, e quel treno che torna a casa, lento, troppo lento, ma ignaro.
in una sera di gennaio.

16 settembre 2005

c'e' chi ci mette del suo...

io: un giorno poi me lo spieghi perche' hai avuto quell'atteggiamento,
magari davanti ad un bicchiere di vino o al parco, con calma, tanto per capire...
lei: per provocarti...
io: sai non mi ero accorto che eravamo seduti al parco in tranquillita' a sorseggiare del buon vino..
lei: perche' ogni volta che ti cercavo avevi sempre altro per la testa, sembrava quasi che io non esistessi..
io: cameriere scusi mi porta un altro bicchiere per favore?
lei: e' inutile che fai lo spiritoso, lo sai benissimo come sono andate le cose..
io: lascia stare pago io..

15 settembre 2005

sussidio di disoccupazione

vediamo.
spiegare cosa significa non lavorare non e' cosi facile
come si pensa.
non lavorare significa avere un sacco di tempo a tua disposizione,
svegliarti la mattina presto e andare al parco per esempio.
puoi decidere di stare tutta la mattina a letto con le persiane un
semichiuse a leggere o a guardare la tv mentre l'arietta fresca
entra e ti accarezza le gambe.
non lavorare significa anche fare tutto quello che dici di voler fare
quando lavori.
ma poi ti rendi conto che tutte quelle cose che volevi fare le volevi fare
quando lavoravi.
ora non piu..
altre ancora non te le ricordi nemmeno..
e tutto questo per certi aspetti ti manda in crisi..
tutto il tempo libero che sognavi ce l'hai, l'hai avuto e magari l'hai
anche sfruttato bene.
pero' poi ti torna la voglia di stare in un ufficio, di chiacchierare con il tuo collega, parlare del piu' e del meno e ovviamente sognare di non essere li' in quel momento.
torna quella voglia di prendersi 5 minuti di pausa e guardare fuori bevendo un caffe', a dicembre, e toccare con la punta del naso il vetro freddo della finestra.
non so.. forse ho solo voglia di autunno.
di sciarpe la sera.
volevo.
vorrei.
ho avuto.
avro'.
ho.
ebbi.
i tempi verbali del verbo avere.
tutti insieme formano una vita.

14 settembre 2005

dire fare viaggiare lettera o new york?

tempo fa avrei scritto di piu'..
o meglio, scrivevo di piu'..
adesso non so, sara' il fatto che ancora non ho trovato un altro lavoro,
che passo le mie giornate con mio nipote o a leggere un libro,
o a bighellonare per il centro di modena di notte, ma scrivo di meno.
e dire che di cose da scrivere ne ho sempre..
mi vengono in mente immagini, pezzi di racconti che vorrei trovare
su un libro quando lo compro.
di colpo mi viene una voglia irresistibile di scrivere
di far scivolare la penna sulla carta.
ed in quel preciso istante non ho mai con me una penna ed il mio qualibro (per la definizione di qualibro consultate il mio vecchio blog, da qualche parte c'e' scritto!).
oppure, come sempre, ho solo voglia di viaggiare.
di partire e trovarmi fra gente che non conosco.
oppure partire per ritrovare qualcuno.
per esempio se potessi adesso partirei per l'america,
caro paolo magari la settimana prossima cerco un volo e arrivo, che ne sai..
oppure ancora (ottima forma grammaticale per esprimere la continuita' di una negazione) e' soltanto la felicita' su quel divano morbido e grande, con quei cuscini grandi, con quelle carezze grandi, con quegli occhi che ti guardano e si domandano un'infinita' di cose per cui e' ancora troppo presto domandare..
ed ora pubblichero' queste parole schiacciando sul tasto arancione "pubblica post".

P.S. io ti odio, programmatore idiota che hai fatto si' che se io scriva una e accentata cosi: è ,il risultato sia un' accozzaglia di simboli...
tu non hai idea di che fatica si faccia a pensare di dover scrivere le parole accentate usando un' apostrofo.
ti manda in bestia!
percio' fai qualcosa, pensaci, fai il tuo lavoro!

11 settembre 2005

Fortuna delle fortune
Con una mano immersa nella pece
La dea della misericordia e' volata con ali senza piume
Con un ago conficcato nella voce.
E si e' dimenticata della storia di un bambino
Che seguiva le sue orme trascinandosi un orsetto
Con un occhio nero ed un braccio moncherino
Stringendoselo al petto
Manigoldi voi dei che vi adirate
Con la presunzione dell' immortalita'
Prelevando gocce di rugiada da prati e foglie di insalate
Aspettandomi nell' al di la'
Un giorno mi avrete, ma non avrete me
Che sono nato nel quartiere dei sognatori
Dove le ramazze per pulire le strade sono scettri da re
E i raggi delle biciclette si trasfromano in arcobaleni da mille colori.
Scegliete gli archi piu' robusti per scagliare le frecce acuminate
I miei scudi sono resistenti alle intemperie
E il metallo e' brillante per chi crede nelle tele colorate
Senza la presunzione di una vita fatta di sole arterie.

10 settembre 2005

il mio primo romanzo

dopo due giorni di pioggia e' spuntato un sole caldo stamattina.
un sole caldo di settembre, di quelli che riscaldano,
che colorano di verde vivo i prati, che contrastano il bianco delle
poche nuvole con l'azzurro del cielo.
e' spuntato un sole caldo
dentro di me, nel mio sangue,
nei miei occhi.
quel sole che ti scalda mentre leggi al parco ed un bambino
ti porge un fiore appena staccato dalla sua vita.
quel sole che ti fa sorridere anche
quando non ce n'e' bisogno.
quel sole che vorrei non andasse piu' via.
sabato di sole.
se mai scrivero' un libro lo intitolero' cosi':
sabato di sole

08 settembre 2005

l'amore dimenticato nel bagno di un locale...

muri rossi e voci.
terribili voci che producono suoni inutili.
falsi.
effimeri.
le luci si confondono con i cuscini e i cuscini
con i quadratini colorati
e i quadratini colorati con i piedi.
intanto quell'anello uguale all'altro
passa e ripassa
si affanna
brilla.
un anello sottile
semplice
pieno di amore.
a sinistra fili dorati si posano su una spalla abbronzata
a ricordare le spiagge lasciate,
solitarie guardiane del mare.
e poi un braccio
una mano che si appoggia
le scale
la porta
il vento e il profumo che mi entra nel cervello.
l'una meno un quarto...buonanotte.

04 settembre 2005

carrello della spesa

lei e' stanca.
nei suoi occhi sogni di bambina,
di carrozzine spinte e di bambole allattate,
di regali ricevuti e promesse dimenticate.
lei e' stanca.
nelle sue mani la voglia di stringere e di accarezzare
di provare piacere.
quel piacere di una notte che si trasformo' in futuro.
quella notte che non e' piu' futuro.
si trascina dietro il suo profumo,
fra gli occhi della gente,
come una farfalla vaga trasportata dal vento,
quel vento che e' solo voglia di sorridere.

02 settembre 2005

errare humanum est...

"Goditi potere e bellezza della tua gioventu. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventu lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilita avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non t'erano mai passate per la mente.
Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedi pomeriggio. Fa' una cosa, ogni giorno che sei spaventato. Canta.
Non esser crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che e' crudele col tuo. Lavati i denti.
Non perder tempo con l'invidia. A volte sei in testa.
A volte resti indietro. La corsa è lunga e alla fine e' solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente dimmi come si fa.
Conserva tutte le vecchie lettere d'amore, butta i vecchi estratti conto.
Rilassati. Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone piu interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni piu interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio. Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno. Forse ti sposerai o forse no. Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni. Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio. Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche.
Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo. Usalo in tutti i modi che puoi.
Senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il piu grande strumento che potrai mai avere. Balla.
Anche se il solo posto che hai per farlo e' il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza. Ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori.
Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre. Tratta bene i tuoi fratelli.
Sono il migliore legame con il passato e quelli che piu probabilmente avranno cura di te in futuro. Renditi conto che gli amici vanno e vengono.
Ma alcuni, i piu preziosi, rimarranno. Datti da fare per colmare le distanze geografiche e di stili di vita, perche' piu diventi vecchio, piu hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant'anni sembreranno di un ottantacinquenne. Sii cauto nell'accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa. I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli e' un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti piu brutte e riciclarlo per piu' di quel che valga.
Ma accetta il consiglio...per questa volta."


giovedi, settembre 01, 2005

e c'e' una cosa che mi frulla in testa da ieri sera.
correvo sudato, bagnato nel campo da calcio.
correvo piano e poi correvo veloce, per quattro volte.
per due volte.
totale otto volte.
ventiquattro minuti.
correvo con altre gambe, con le mie gambe.
con altre voci e fiatoni.
ma sentivo solo la mia.
che ripeteva le tabelline per non sentire la fatica.
ma poi di colpo un'immagine di tanti anni fa.
di me seduto sul divano,
con mia madre che lava i piatti, e rumori di forchette che urtano bicchieri.
e televisioni accese.
ed io che leggo una pagina di nonsocosa.
ma in quella pagina c'era racchiuso qualcosa che forse in quel momento
non ho capito tanto bene, forse non gli ho dato peso.
c'erano parole di vita solitaria fra quattro mura.
e uan riga che ho memorizzato, per tanti anni, e viene fuori a intermittenza:
"un uomo solo che guarda un muro e' un uomo solo...
due uomini soli che guardano un muro e' il principio di un'evasione."
poi di colpo una voce: "sanna! rallenta!"
avevo cominciato a correre troppo forte.




nei boschi ululano,
gufi malinconici e solitari.
colline nere nella notte come vecchi curvi e addormentati
sul tavolo della vita.
piccoli occhi, tanti piccoli occhi
non vedono,
battono le ciglia da lontano.
sale da terra un profumo:
morte che da' vita.
ed io resto ad osservare il silenzio.


domenica, agosto 21, 2005

gli amici.
quelli di una volta, quelli delle 3 di notte in macchina.
i veri amici.
quelli a cui serve una sola parola per farti capire.
gli amici di un tempo.
sinceri, leali, affidabili.
sono sempre li.
davanti ad una birra, su un marciapiede, sotto la luna.
come un archeologo ho trovato quello che cercavo.
quello che doveva cambiare la mia estate.
e l'ho trovato nel posto piu lontano dove si potesse trovare,
ma il piu vicino se solo ci avessi pensato prima.
sole, caldo, vento, carcasse di animali morti.
e poi il mare, solo mare.
un'infinita distesa azzurra fresca.
mare, mare, mare.
mi perdo nel mare.


mercoledi, agosto 17, 2005

estate, agosto.
il sole sulla pelle, brucia la pelle, cambia la pelle.
non cambia il corso dei giorni.
da lontano le urla dei bambini, la faccia riversa sulla sabbia.
lo toccano, lo chiamano, lo voltano.
solo la faccia riversa sulla sabbia.
e' li', occhi sbarrati, senza respiro.
la bocca semiaperta come a chiamare aiuto,
come a gridare silenzio.
qualcuno piu cinico passa lo guarda e ride.
qualcun altro lo osserva da dietro le spalle dell'uomo calvo.
ma lui resta li a fissare la morte.
lui resta ad asciugarsi lentamente.
un giorno che passa.
un pesce che muore.


domenica, agosto 14, 2005


sono tornato...
ma adesso sono un po' stanco per raccontarvi qualcosa..
avrete presto, prestissimo mie notizie!


domenica, luglio 24, 2005

da oggi qui comincio una nuova vita.
da oggi da qui nascono nuovi sogni e speranze.

come dante...

ok.
ricomincio da qui.
inseriro' in un unico post tutti i precedenti..
spero di non avervi causato molto disagio.