31 marzo 2006

bordo cavo resta fisso

ogni notte alle 4.30 mi sveglio.
coi miei pensieri che fanno da sveglia.
mi sveglio con il cuore che aumenta i suoi battiti e le ombre che
si trasformano in persone.
mi guardano e mi osservano bene.
poi tornano da dove sono venute.
come le onde del mare.
il mio amico merlo mi da il buongiorno
i miei cuscini litigano fra loro.
ho finito i miei compiti, ora posso uscire a giocare.

30 marzo 2006

penna bic

passi lenti
ruote veloci.
il profumo di erba bagnata e tagliata.
l'estate,
che si allontana e si avvicina.
la notte,
che cresce e dimagrisce.
negli orologi
battono le lancette, ma non e' tempo.
il solo tempo non e' tempo.
il tempo di un sorriso e diventiamo grandi,
il tempo di sapere e non ci importa piu'.

28 marzo 2006

my way

luce.
meravigliosa luce dei prati verdi.
dell'acqua nei vetri.
luce che mi sei compagna di domenica.
che mi parli sussurrandomi che tutto andra' meglio.
luce, come me, osservi il buio e lo allontani.
voglio luce dentro me,
primavera di profumi e vento tiepido.
voglio.
voglio.
voglio.

27 marzo 2006

porto di marzo

tanti giorni fa, parole regalate.
profumo di estate che finiva.
poi di colpo l'inverno e le parole non dette
le carezze mancate.
gli abbracci finiti.
poi di colpo l'incomprensione
e l'orizzonte irraggiungibile.
cosi', fermi, come il mare puo' essere destate.
impazienti sulla strada del desiderio
legati, mani e piedi e bocche affamate.
solitari corpi, cercano rifugio nella solitudine dell'anima.
remano i marinai sulle onde della solitudine.
porto di mare,
parto d'amore,
porto l'amore.
io convinco i gabbiani a non fumare
mostrando immagini di margherite raccolte
nei palmi delle mani.
e ridono di me, sazi sulle rive di marzo.
nei mari lontani,
verdi,
e.

25 marzo 2006

tapis roulant

troppi corpi, tante mani, molti inganni.
una voce.
un abbraccio.
un sorriso.
uno fra tanti e' sempre piu' forte di cento senza quell'uno.
correre correre correre, fuori, respirare, ridere.
aria sul viso.

22 marzo 2006

gli zingari e il luna park

e' passato un anno da tante storie, parole, sguardi.
un anno da cui cercavo disperatamente di staccarmi per vedere l'azzurro
piu' luminoso che avessi cercato.
un anno intero.
giorno piu' giorno meno ed e' come se fosse ricominciato tutto da capo.
come se non ci fosse stato niente in mezzo.
o forse non c'e' stato niente.
mi chiedo se il tumulto che non mi lasciava dormire sia stato solo un assopirsi momentaneo.
come nel momento esatto in cui l'onda che ha spazzato ferocemente la sabbia a riva, sta ritornando indietro.
e tu fissi il confine fra terra e mare, silenzioso, calmo, respira.
mi guardo ogni giorno, mi parlo, mi ascolto.
i miei pensieri vagano giu' nella mia testa, nei miei polmoni, sulle mie mani.
e mille e piu' rimorsi e rimpianti.
la storia non si fa con i "se",
ma il destino e' tutto un "se".
e il destino costruisce una storia che ricade nel destino.
io ricado dentro i pensieri.
e salto su tappeti elastici dell'anima.
prima o poi atterrero' sui miei sogni.
e non ci sara' piu' spazio per saltare.

seconda persona singolare

quando si e' tristi bisognerebbe scrivere canzoni. o poesie.
qualcuno l'ha detto una volta. non ricordo chi.
quando si e' tristi bisognerebbe non pensare alla trsitezza dico io.
invece togli il tappo dal lavandino e vorticosamente l'acqua scende giu'.
la guardi andare via, girando la testa.
la segui, cerchi di fermarla con le mani ma e' solo acqua, e l'acqua si sa, con le mani non si ferma.
allora provi coi desideri, con i pensieri che lanci nella notte fredda.
magari una folata di vento li porta lontano.
forse.
forse speri che tutto cambi, o che tutto non torni come prima.
resipri, piangi, cammini, leggi, parli, guidi, ascolti, bevi, dormi, parti, torni,
baci, corri, paghi, mangi, canti, scegli, compri, premi, ridi.

modena bologna a/r - 140kmh - vol 17

Oh God said to Abraham, "Kill me a son"
Abe says, "Man, you must be puttin' me on"
God say, "No." Abe say, "What?"
God say, "You can do what you want Abe, but
The next time you see me comin' you better run"
Well Abe says, "Where do you want this killin' done?"
God says, "Out on Highway 61."

21 marzo 2006

5 e 31

i merli fischiano.
la notte e' piu' chiara e meno silenziosa.
allungo una mano, cerco pelle morbida.
mi sveglio
e guardo le ombre.
il profumo del vento
la dolcezza dei sogni.
e non dormo piu'.

20 marzo 2006

sciarpe di primavera

colori, colori.
nelle luci colori.
nei bicchieri colori.
attorno al collo colori.
negli occhi colori.
una mano che preme sul petto, colori dentro.
gira la testa, nei colori della notte,
nel freddo, nelle tasche piene di monete.
sui muri, colori immobili.
un respiro che ansima, un forza irresistibile che allunga un
elastico che non torna al punto di partenza.
una goccia di colore cade in un bicchiere d'acqua e
comincia a girare vorticosamente finche' non intorbidisce
l'acqua.
non e' piu' acqua,
non e' piu' colore.

19 marzo 2006

domenica

essere padri e' saper camminare, senza voltarsi.
camminare il passo lungo degli adulti, senza pieta',
ma un passo limpido e regolare, perche' tuo figlio possa capirlo e
starci accanto, nonostante il suo passo bambino.
e farlo senza mai voltarsi, se ne avrai la forza: perche' lui sappia
che non si perdera' e che camminare insieme e' un destino di cui non bisogna mai dubitare, giacche' e' scritto nella terra.

17 marzo 2006

verde

ci sono momenti in cui e' facile
colorare un quadro tutto nero.
altri momenti in cui quel nero non sparisce.
poi spari
dritto verso quella faccia e un'arancia cola lenta sul bianco.
ci sono momenti in cui il mare profuma di conchiglie e i tuoi ricordi
spariscono insieme alle orme dei tuoi passi.
l'umido della sabbia al tramonto e la testa che gira.
una felpa, il ghiaccio e la voglia di volare.

16 marzo 2006

marzo

E ogni volta che viene giorno
ogni volta che ritorno
ogni volta che cammino e
mi sembra di averti vicino
ogni volta che mi guardo intorno
ogni volta che non me ne accorgo
ogni volta che viene giorno
E ogni volta che mi sveglio
ogni volta che mi sbaglio
ogni volta che sono sicuro e
ogni volta che mi sento solo
ogni volta che mi viene in mente
qualche cosa che non c'entra niente
ogni volta
E ogni volta che non sono coerente
e ogni volta che non e' importante
ogni volta che qualcuno si preoccupa per me
ogni volta che non c'e'
proprio quanto la stavo cercando
ogni volta
ogni volta quando....
E ogni volta che torna sera
mi prende la paura
e ogni volta che torna sera
mi prende la paura
E ogni volta che non c'entro
ogni volta che non sono stato
ogni volta che non guardo in faccia a niente
e ogni volta che dopo piango
ogni volta che rimango
con la testa tra le mani
e rimando tutto a domani

15 marzo 2006

la matita rossa

Si conobbero una mattina sotto la quercia al parco.
Lei una maestra d'asilo, lui tirava a campare lavorando all'ufficio delle poste e per racimolare qualche spicciolo in piu', ritraeva le persone che passavano sotto quella quercia nelle giornate piu' afose.
Non era per i soldi.
Gli piaceva tanto disegnare, guardare negli occhi le persone e ritrarle nei loro pensieri piu' vari.
Lo affascinava disegnare espressioni di un giovedi pomeriggio, marcare i tratti di occhi che volevano dimenticare liti in famiglia o sfumare sopracciglia che sognavano una casa con giardino e un cane.
Quella mattina lei leggeva un libro poco distante.
I suoi piedi nudi dondolavano a mo' di tergicristalli appoggiati sui talloni che affondavano nell'erba verde e fresca.
Aveva gambe morbide, un corpo esile ma di ossatura coraggiosa e le mani regalavano dita affusolate.
Quelle dita lui non le avrebbe piu' dimenticate, ma ancora non lo sapeva.
La scollatura del vestito mostrava un seno delicato, con curve sensibili e piu' su, il collo, un arcolbaleno di sensazioni.
Prese un foglio e la sua matita a punta morbida, cominciando a dare forma a quello che poteva essere il suo desiderio in quel momento.
Il corpo si delineava sempre piu', il vestito che scendeva sulle ginocchia.
Le dita che stringevano le pagine del suo libro.
E quegli occhi scuri che guardavano curiosi dentro le parole, dentro gli sguardi, dentro le emozioni.
Poi prese la matita rossa e tutt'intorno marco' il profilo.
L'aria si muoveva sinuosa fra i rami della quercia, scendeva dritta sul tronco e poi giu' sulla sua schiena, e quell’aria gli porto' un profumo di sogni, un profumo di parole e di speranze.
Scrisse poche righe accanto a quel disegno, quasi un promemoria.
Raccolse la sua roba, si alzo' e le ando' incontro e quando fu a un metro da lei si guardarono senza dir niente.
Affondarono i loro occhi nei loro sguardi senza chiedere perche', e continuarono a sognarsi per un po'.
Lui allungo' un braccio, dietro il braccio la mano e dietro la mano il foglio.
Lei porse le sue dita verso il cielo, guardo' il disegno e sorrise.
Quel sorriso lui non lo dimentico' piu'.

latte nella notte

la luna era splendida.
silenziosa luna, compagna di poesie antiche.
mansueta collina illuminata di latte.
la luna,
come una donna da amare, da guardare giorno dopo giorno e scoprire piu' bella.
aspettare il momento in cui scompare dal cielo e aspettare il suo ritorno col batticuore.
nel cielo una luna piena che va a dormire, usando le nuvole come coperte, tirandosele
addosso pian piano.
la luna, puoi cercarla
e' sempre li.

14 marzo 2006

any colors you like

la mia testa e' caduta correndo.
la strana sensazione di sapere un attimo prima che qualcosa andra' storto
e di colpo mi trovo per terra.
un attimo prima un bagliore giallo chiaro, una frazione di secondo di nero
e poi restare intorpiditi ed inspiegabilmente calmi.
come se tutte le preoccupazioni fossero sparite di colpo.
come se non ci fosse niente a cui pensare.
che strano.
in quel momento conti solo tu.
il momento piu' alto di egoismo, egocentrismo, menefreghismo che possa esistere
nella vita di un uomo.
nella disavventura mi sono sentito bene.
stavo bene.
senza niente a cui pensare, senza niente che pesasse dentro di me.
tutto era li' e poteva anche non esserci.
se avessi potuto fermare tutto e colorare l'immagine adesso sarebbe viola chiaro, con una striscia giallo/arancione e secchiate di bianco.

13 marzo 2006

carta d'identita'

Always on the outside of whatever side there was
When they asked him why it had to be that way,
"Well," he answered, "just because."

10 marzo 2006

22 aprile 1923

siamo stati li a guardare.
perche' sei sempre triste?, gli ho chiesto.
non sono triste.
si che lo sei.
non e' quello, mi ha detto.
mi ha detto che secondo lui la gente vive per anni e anni, ma in realta' e' solo una piccola parte di quegli anni che vive davvero, e cioe' negli anni in cui riesce a fare cio' per cui e' nata.
allora, li', e' felice. il resto del tempo e' tempo che passa ad aspettare o a ricordare.
quando aspetti o ricordi, mi ha detto, non sei ne' triste ne' felice. sembri triste, ma e' solo che stai aspettando, o ricordando.
non e' triste la gente che aspetta, e nemmeno quella che ricorda.
semplicemente e' lontana.
io sto aspettando, mi ha detto.
cosa?
sto aspettando di fare cio' per cui sono nato.

la lampadina

ho comprato "questa storia" di baricco.
ieri sera alle 8.
l'ho quasi finito stanotte.
mentre una luce azzurrina lo guardava.
alle 6, con le prime luci fuori ho chiuso il libro con dentro il biglietto del
treno a ricordare dove dovro' ricominciare per andare incontro alla fine.
ho guardato fuori per un bel po'.
le gocce cadevano una dopo l'altra, a farsi compagnia.
i parcheggi semivuoti si riempivano lentamente come in un puzzle.
ho pensato.
cantato dentro di me.
sperato.
non c'e' posto per le preghiere per il solo fatto che il solo sperare puo' essere un modo di pregare senza dover credere in qualcosa o qualcuno.
io credo semplicemente in lui.
e in quella forza che ieri mattina mi ha lasciato negli occhi.
ho atteso tranquillo.
sereno.
se re no.
se il re no allora io.

08 marzo 2006

dino

quella mano grande,
di cui afferravo spesso e volentieri solo un dito.
era forte, e lo e' ancora.
giorno dopo giorno nei miei giorni.
oggi era piu' forte di allora.
ho afferrato per un attimo quel dito.
ho afferrato gli occhi e la loro forza.
io e te come sempre.
ad aspettare i pesci stanchi al mare.
a cucire i pantaloni strappati.
a tirare le pietre con la fionda fatta in casa.
a dormire davanti alla tv.
a svegliarsi presto la mattina e bagnare l'orto.
io e te.
cosi come siamo, uguali, nelle foto e nella vita.
saremo sempre io e te.

07 marzo 2006

sogna ragazzo sogna

E ti diranno parole
rosse come il sangue, nere come la notte;
ma non e' vero, ragazzo,
che la ragione sta sempre col piu' forte; io conosco poeti
che spostano i fiumi con il pensiero,
e naviganti infiniti
che sanno parlare con il cielo.
Chiudi gli occhi, ragazzo,
e credi solo a quel che vedi dentro;
stringi i pugni, ragazzo,
non lasciargliela vinta neanche un momento;
copri l'amore, ragazzo,
ma non nasconderlo sotto il mantello;
a volte passa qualcuno,
a volte c'e' qualcuno che deve vederlo.

Sogna, ragazzo sogna
quando sale il vento
nelle vie del cuore,
quando un uomo vive
per le sue parole
o non vive piu';
sogna, ragazzo sogna,
non cambiare un verso
della tua canzone,
non fermarti tu...

Lasciali dire che al mondo
quelli come te perderanno sempre;
perche' hai già vinto, lo giuro,
e non ti possono fare piu' niente;
passa ogni tanto la mano
su un viso di donna, passaci le dita;
nessun regno e' piu' grande
di questa piccola cosa che e' la vita

E la vita e' cosi' forte
che attraversa i muri senza farsi vedere
la vita e' cosi' vera
che sembra impossibile doverla lasciare;
la vita e' cosi' grande
che quando sarai sul punto di morire,
pianterai un ulivo,
convinto ancora di vederlo fiorire

Sogna, ragazzo sogna,
quando lei si volta,
quando lei non torna,
quando il solo passo
che fermava il cuore
non lo senti piu' ;
sogna, ragazzo, sogna,
passeranno i giorni,
passerra' l'amore,
passeran le notti,
finirà il dolore,
sarai sempre tu ...

Sogna, ragazzo sogna,
piccolo ragazzo
nella mia memoria,
tante volte tanti
dentro questa storia:
non vi conto piu';
sogna, ragazzo, sogna,
ti ho lasciato un foglio
sulla scrivania,
manca solo un verso
a quella poesia,
puoi finirla tu.

(R. Vecchioni)

pop corn

c'e' tanto sole fuori.
raggi portati a passeggio dal vento che sbuffa annoiato.
i rami pronti a germogliare di nuovo salutano ondeggiando.
c'e' tanto sole fuori, che scalda.
se potessi fare dei pop corn per strada sarebbe stupendo..
metterei un chicco di mais per terra, aspetterei il "pop" e poi lo guarderei scappare via col vento..
il mais..
letto al contrario e' siam.
e di nuovo i pogues...

When it's Summer in Siam
And the moon is full of rainbows
When it's Summer in Siam
And we go through many changes
When it's Summer in Siam
Then all I really know
Is that I truly am
In the Summer in Siam

06 marzo 2006

il giullare guarda con occhi di carta

viaggia per strade sconosciute o ignorate.
legge per terra, ascolta i profumi
osserva il tempo.
trattiene il respiro e poi lentamente soffia..
finche' il fuoco della candela comincia a muoversi.
ondeggia e poi cade.
in un sonno profondo.

05 marzo 2006

l'alba dei navigli

sabato sera in tv si urla il vincitore di sanremo.
io sanremo non l'ho mai guardato con occhi e orecchie interessate.
forse durante le pubblicita' dei film in contemporanea.
pero' le canzoni del festival si sentono poi in radio, e ti accorgi del perche' non lo guardi in tv.
perche' basta, con le canzoni banali, dell'alfabeto degli amanti, l'enciclopedia della serenita', la vita e' stupenda.. etc etc..
si puo' fare molto di piu' con semplici parole.
un po' di frasi originali,
metafore divertenti e impensabili.
e cosi' povia vince.
la canzone mi piace e' divertente.
il succo del discorso sara' sempre quello va bene, di fondo la voglia di vivere, di superare gli ostacoli etc etc..
il punto e' che lui ha saputo raccontarlo quel succo.
con ironia.
ascolti quella canzone a mezzanotte e qualcosa.
stanco dalla notte prima.
la milano da bere.
milano che sogna e balla.
l'alba dei navigli.
lasciare modena a modena e' come lasciare il cellulare a casa.
da piccolo mi piaceva una canzone di celentano.
accendevo il giradischi, mettevo il 45 giri, sollevavo il braccio con la puntina e
poi dopo qualche scricchiolio cominciava con un trombone e...

Cerco l'estate tutto l'anno e all'improvviso eccola qua.
Lei e' partita per le spiagge e sono solo qua giu' in citta'
sento volare sopra i tetti un aeroplano che se ne va.

Azzurro, il pomeriggio e' troppo azzurro e lungo, per me
mi accorgo di non avere piu' risorse senza di te
e allora io quasi quasi prendo il treno e vengo vengo da te.
Ma il treno dei desideri nei miei pensieri all'incontrario va.

Cerco un po' d'Africa in giardino, tra l'oleandro e il baobab
come facevo da bambino, ma qui c'e' gente, non si puo' piu'
stanno innaffiando le tue rose, non c'e' il leone, chissa' dov'e'.

Azzurro, il pomeriggio e' troppo azzurro e lungo, per me
mi accorgo di non avere piu' risorse senza di te
e allora io quasi quasi prendo il treno e vengo vengo da te.
Ma il treno dei desideri nei miei pensieri all'incontrario va'.

Sembra quand'ero all'oratorio, con tanto sole, tanti anni fa.
Quelle domeniche da solo in un cortile, a passeggiar,
ora mi annoio piu' di allora, neanche un prete per chiacchierar.

Azzurro, il pomeriggio e' troppo azzurro e lungo, per me
mi accorgo di non avere piu' risorse senza di te
e allora io quasi quasi prendo il treno e vengo vengo da te.
Ma il treno dei desideri nei miei pensieri all'incontrario va.

03 marzo 2006

il volo

ho messo in un sacchetto
il mio futuro.
ho arrotolato i manici fatti di carta, girati e rigirati con i pensieri.
non tutto il futuro certo, ma buona parte.
ho portato via quel sacchetto,
camminando per le strade del centro.
le luci contrastanti, come le voci, come le visioni delle cose.
lasciarlo in un angolo della citta' sarebbe stato un gesto ribelle,
un gesto liberatorio forse.
un modo per cambiare.
ma sarei stato un altro io.
quel sacchetto me lo sono portato a casa, lentamente coi miei passi, a piedi.
un giorno saro', saro' un altro io.
sara' un altro giorno con altri sogni
e altre speranze.
una vita mia piena di felicita' ancora da regalare.
di amore da dare in custodia a qualcuno perche' lo tenga stretto.
ci sara' il mio nome domani sul mio futuro.
bisognera' suonare, come ad un citofono.
e aspettare che io apra.
apriro' come ho sempre fatto.
apriro' con gli occhi di chi non vede l'ora.
ma adesso e' tempo di spiccare il volo.
e volare lontano..

01 marzo 2006

joan miro' e le catapulte dell'anima

sono il personaggio di un romanzo che ho nell'anima.
timido, irresoluto, sognatore.
diventato introverso piu' del dovuto nel corso degli anni e degli eventi.
attratto dal viaggio, dalla scoperta, dalla curiosita'.
non posso farne a meno.
mi attrae una citta'
il suo odore
la gente che cammina, si siede e guarda, parla.
sono un pittore senza idee, con i suoi pennelli invecchiati dal tempo.
che aspetta di dipingere il suo capolavoro.
e' ben chiaro nella sua testa, non abbastanza nelle sue mani.
sono un marinaio senza nave al tempo di colombo
che si aggira per le strade di lisbona, in salita,
e gira invano.
sono tutto quello che non sono.
sono quello che non dovrei essere.
sono me stesso.
diverso?
sbagliato?
sono.
tutto cio' che e' non puo' non essere.
e poi prendo un libro, lo apro a pagina 137, leggo fino alla riga 19 della pagina successiva.
ognuno interpreta a suo modo.
il piu' e' trovare il libro giusto.