19 aprile 2006

closed

c'e' un tempo per pensare e un tempo per agire,
un tempo per amare, uno per piangere, uno per ricordare.
un tempo per ricominciare e un tempo per dire basta.
adesso e' tempo di ritrovare qualcosa.
qualcosa perduto o forse solo nascosto.
chiudo questo blog.
per tanti motivi.
appena 8 mesi fa l'avevo aperto per dare un senso al cambiamento
che mi aveva avvolto nel caldo dell'estate, che mi aveva trovato in ciabatte e pantaloncini pronto a lasciarmi andare fra le strade dei miei sogni e dei miei desideri.
c'era caldo, la pelle era piu' scura, la voglia di credere che la tristezza e la malinconia erano solo un ricordo lontano mi ancorava stretto a terra.
ora volo, leggero, fra le nuvole dei miei sogni, di nuovo da capo.
io e i miei colori, la mia musica, i miei occhi e i miei fogli.
io e.
aideu, dit le renard.

by starlight

By starlight I' ll kiss you
And promise to be your one and only
I'll make you feel happy
And leave you to be lost in mine
And where will we go, what will we do?
Soon said i, will know

Dead eyes, are you just like me?
'cause her eyes were as vacant as the seas
Dead eyes, are you just like me?

And all along, we knew we'd carry on just to belong

By starlight I know you
As lovely as a wish granted true
My life has been empty, my life has been untrue
And does she really know, who I really am?
Does she really know me at last

Dead eyes, are you just like me?

play

18 aprile 2006

black eagle

un semaforo, la pioggia, i vetri appannati e l'orologio che
segna la mezzanotte.
il cuore diventa terra battuta dalle gocce.
dentro il rumore e' lo stesso.
faraway so close, cosi' lontano cosi' vicino.
la distanza di un braccio per toccare
un desiderio.
ma sposto lo sguardo e il cuore altrove.
spero che la notte mi avvolga nei suoi pensieri,
il volume della musica aumenta e io comincio a cantare buttando fuori dal finestrino i miei giorni freddi d'inverno.

se potessi ti sposerei, per avere dei figli con le scarpe rotte

quattro giorni di silenzio dentro me.
quel silenzio che ti fa chiudere gli occhi e respirare il profumo
del mare.

12 aprile 2006

aria

e' sempre difficile far fronte alla mancanza di qualcuno.
non c'e' regola, ordine di pensiero, soluzione.
quello che manca, manca.
a me manca il respiro.
ogni volta che i pensieri ripercorrono strade, profumi, immagini, nomi, canzoni beh il respiro viene meno.
il cuore batte forte, lo stomaco si stringe e affanni.
chissa' cosa succede li' dentro.
pero' succede, e questo basta.
devi imparare a sopportare quel peso che ti preme sul petto, imparare a respirare, come quando prendi una
botta nello stomaco.
con calma devi respirare, rilassarti.
cercare di trattenere le lacrime.
e se non ce la fai lasciale scorrere giu', rapide veloci, copiose se serve.
sono i sogni e i desideri infranti che escono dal tuo cuore.
rilassarti e guardare avanti il piu' possibile.
portandoti dietro tutto l'amore che hai e che non butti mai via.
correre forte, correre lontano, fare il giro dell'isolato correndo piu' forte che puoi.
l'aria entra dentro i polmoni forte, quasi li sfonda.
i miei polmoni, mai abbastanza grandi come avrei voluto, ma unici compagni della mia adolescenza.
le mie gambe, mingherline, che mi hanno sempre fatto correre veloce, piu' veloce degli altri.
i miei occhi che guardano sempre al di la' e sognano.
le mie mani, infondono amore, solo toccando.
chissa'.
un giorno forse, il destino.

5.39, alba, io.

Amarsi un po' e' come bere
piu' facile e' respirare
Basta guardarsi e poi avvicinarsi un po'
e non lasciarsi mai impaurire no
Amarsi un po' e' un po' fiorire
aiuta sai a non morire
Senza nascondersi manifestandosi
si puo' eludere la solitudine
pero' volersi bene no partecipare
e' difficile quasi come volare
Ma quanti ostacoli e sofferenze e poi sconforti e lacrime
per diventare noi veramente noi uniti
indivisibili vicini ma irraggiungibili

08 aprile 2006

12:28

alex e adelaide

e' cosi'.
tutto deve ritornare al proprio posto.
la vita spesso diventa un vaso pieno d'acqua, sassolini e sabbia.
la agiti per cercare una disposizione diversa del contenuto, ma prima o poi,
volenti o nolenti, tutto ritorna giu' e si quieta.
e' bello e triste aver sognato per un solo attimo di poter far ricadere tutto
in un'altro modo.
di quietare il contenuto nel modo piu' bello che si potesse immaginare
per poi guardarselo orgogliosamente e al momento giusto rifarlo da capo per non annoiarsi, per vivere ogni momento insieme a quel vaso.
quel vaso spesso e volentieri e' la felicita'.
e' la serenita'.
e' il sogno.
era febbraio del 1995.
avevo appena comprato "jack frusciante e' uscito dal gruppo".
che volete farci, ho sempre amato i racconti di sogni, dal momento che faccio della mia vita un sogno continuo.
c'era una frase che porto sempre dietro con me:
"bisogna avere molta cautela con chi e' felice."

07 aprile 2006

stilografica

Benvenuto raggio di sole,
a questa terra di terra e sassi
a questi laghi bianchi come la neve,
sotto i tuoi passi stanchi
a questo amore a questa distrazione,
a questo carnevale
dove nessuno ti vuole bene,
dove nessuno ti vuole male.
A questa musica che non ha orecchi,
a questi libri senza parole
benvenuto raggio di sole,
avrai matite per giocare
e un bicchiere per bere forte,
e un bicchiere per bere piano
un sorriso per difenderti e un passaporto per andare via lontano
Benvenuto a questa finestra,
a questo cielo sereno
a tutti i clackson della mattina,
a questo mondo gi troppo pieno
a questa strana ferrovia,
unica al mondo per dove puo' andare
ti porta dove porta il vento,
ti porta dove scegli di ritornare
A questa luna tranquilla,
che si siede dolcemente
in mezzo al mare c'e' qualche nuvola ma non fa niente
perche' lontano passa una nave,
tutte le luci sono accese
benvenuto figlio di nessuno,
benvenuto in questo paese.

06 aprile 2006

a bug's life

the fool on the hill

Bambino

Bambino, se trovi l'aquilone della tua fantasia
legalo con l'intelligenza del cuore.
Vedrai sorgere giardini incantati
e tua madre diventera' una pianta
che ti coprira' con le sue foglie.
Fa delle tue mani due bianche colombe
che portino la pace ovunque
e l'ordine delle cose.
Ma prima di imparare a scrivere
guardati nell'acqua del sentimento.

(alda merini)

05 aprile 2006

let the music play

lasciate che la musica suoni.
fatela suonare, alzate il volume.
che io non senta piu'.
portate le casse sulle strade e suonate suonate suonate.
piu' forte che potete.
voglio solo musica.
continua interminabile.
solo musica per me.
per farmi volare lontano.
per farmi amare me stesso.
ho bisogno d'amore.
del mio amore per me stesso.
delle mie parole per me.
della mia vita con me.
adesso e' il mio turno.
voglio musica.
anche quando moriro'.
quella musica che ti fa volare.

04 aprile 2006

senza me

mi odio.
poi dico basta.
poi amo.
poi piango.
poi mi odio.
poi dico basta.
poi amo.
poi piango.
poi mi odio.
poi dico basta.
poi amo.
poi piango.
poi mi odio.
poi dico basta.
poi amo.
poi piango.
poi mi odio.
poi dico basta.
poi amo.
poi piango.
poi mi odio.

03 aprile 2006

fly me to the moon

l'essenziale e' invisibile agli occhi

tempo fa,
li faceva caldo e qui faceva freddo.
li c'era una strada che portava qui
e qui c'era una strada che portava la.
e una voce lontana mi raggiunse con queste parole:
"il guaio e' avere un cielo cosi' meravigliosamente bello
e non poterlo condividere con nessuno".
ecco, ogni sera fotografo quel cielo che per me e'
meravigliosamente bello in questi giorni,
e dentro me ripeto quella frase.
come una preghiera,
perche' la serenita' che cerco arrivi presto.

il vecchio e il mare

c'e' un gatto e un cane
ci sono due fogli per terra
una lattina sporca e arrugginita.
ci sono un ragazzo e una ragazza che parlano sottovoce.
una piuma, una nuvola e tre margherite.
un'onda leggera che disseta la sabbia.
una mano e una penna.
la matita in tasca.
c'e' il vento leggero
la musica e il canto.
il sole che scappa e la vita che cresce.
c'e' un buco per terra e una pietra piccolina dentro.
un gabbiano che ascolta e un passerotto che piange.
ci sono io in mezzo a tutto questo.
cerco di trovare il mio posto in modo da non rovinare l'equilibrio che si e' formato
attorno.
mi siedo, respiro il vento
mi lascio accarezzare dal profumo del mare.
e poi apro gli occhi.
e guardo, fin dove si puo' guardare, senza smettere, senza fermarmi.
poi dall'alto il sole crea due ombre.
quella della barca e quella dello scoglio.
manca la mia.

01 aprile 2006

premio nobel

allora io mi siedo e aspetto eh?
cioe' sto qui e aspetto che qualcuno passi.
o forse che qualcosa passi.
devo ancora decidere.
e in questa eterna decisione mi manca la forza,
quella fottuta forza che cerco da anni e che forse non arrivera' mai.
quella forza che mi fa prendere un aereo e mi fa andare via
non ce l'ho.
quando dovrebbe esserci, non ce l'ho.
non serve a niente piangersi addosso, ma io non mi piango addosso.
io analizzo la situazione,
racconto quello che vedo di me.
non ho quello che sogno, e lo sogno.
non ho quello che voglio e lo voglio.
non ho quello che mi serve e mi serve averlo.
cosa faccio per cambiare tutto questo?
niente, assolutamente niente.
per questo continuo a pensare che ci sia una sola soluzione.
intanto aspetto, come i vecchi.
si, come i vecchi.
perche' sono vecchio dentro.
sono vecchio e questo non e' il mio posto.
riesco a dare qualcosa senza fare niente, solo con un gesto o con uno sguardo, cosi mi hanno sempre detto..
sono speciale, cosi' speciale da sentirmi a disagio in mezzo agli altri.
mi merito tutta la felicita' del mondo, certo, ma non ce l'ho.
e continuo a sentire la cantilena che prima o poi arrivera' il mio momento, con le mie soddisfazioni, le mie gioie, i miei sogni avverati.
intanto pero' aspetto, come fa un candidato al premio nobel.
tutti lo riempiono di lodi.
lui aspetta in un angolo.

earth wind & fire

svegliarsi presto di sabato mattina.
con i ricordi sfuocati del venerdi sera, fra gente che ti guarda
ti sfiora passandoti accanto
ti guarda sconosciuta.
e tu fai lo stesso.
e' sabato, il sole fatica ad uscire, l'emilia si sveglia
si stiracchia.
i quadratini si ripetono sul foglio bianco.
e non so piu' cosa scrivere.

31 marzo 2006

bordo cavo resta fisso

ogni notte alle 4.30 mi sveglio.
coi miei pensieri che fanno da sveglia.
mi sveglio con il cuore che aumenta i suoi battiti e le ombre che
si trasformano in persone.
mi guardano e mi osservano bene.
poi tornano da dove sono venute.
come le onde del mare.
il mio amico merlo mi da il buongiorno
i miei cuscini litigano fra loro.
ho finito i miei compiti, ora posso uscire a giocare.

30 marzo 2006

penna bic

passi lenti
ruote veloci.
il profumo di erba bagnata e tagliata.
l'estate,
che si allontana e si avvicina.
la notte,
che cresce e dimagrisce.
negli orologi
battono le lancette, ma non e' tempo.
il solo tempo non e' tempo.
il tempo di un sorriso e diventiamo grandi,
il tempo di sapere e non ci importa piu'.

28 marzo 2006

my way

luce.
meravigliosa luce dei prati verdi.
dell'acqua nei vetri.
luce che mi sei compagna di domenica.
che mi parli sussurrandomi che tutto andra' meglio.
luce, come me, osservi il buio e lo allontani.
voglio luce dentro me,
primavera di profumi e vento tiepido.
voglio.
voglio.
voglio.

27 marzo 2006

porto di marzo

tanti giorni fa, parole regalate.
profumo di estate che finiva.
poi di colpo l'inverno e le parole non dette
le carezze mancate.
gli abbracci finiti.
poi di colpo l'incomprensione
e l'orizzonte irraggiungibile.
cosi', fermi, come il mare puo' essere destate.
impazienti sulla strada del desiderio
legati, mani e piedi e bocche affamate.
solitari corpi, cercano rifugio nella solitudine dell'anima.
remano i marinai sulle onde della solitudine.
porto di mare,
parto d'amore,
porto l'amore.
io convinco i gabbiani a non fumare
mostrando immagini di margherite raccolte
nei palmi delle mani.
e ridono di me, sazi sulle rive di marzo.
nei mari lontani,
verdi,
e.

25 marzo 2006

tapis roulant

troppi corpi, tante mani, molti inganni.
una voce.
un abbraccio.
un sorriso.
uno fra tanti e' sempre piu' forte di cento senza quell'uno.
correre correre correre, fuori, respirare, ridere.
aria sul viso.

22 marzo 2006

gli zingari e il luna park

e' passato un anno da tante storie, parole, sguardi.
un anno da cui cercavo disperatamente di staccarmi per vedere l'azzurro
piu' luminoso che avessi cercato.
un anno intero.
giorno piu' giorno meno ed e' come se fosse ricominciato tutto da capo.
come se non ci fosse stato niente in mezzo.
o forse non c'e' stato niente.
mi chiedo se il tumulto che non mi lasciava dormire sia stato solo un assopirsi momentaneo.
come nel momento esatto in cui l'onda che ha spazzato ferocemente la sabbia a riva, sta ritornando indietro.
e tu fissi il confine fra terra e mare, silenzioso, calmo, respira.
mi guardo ogni giorno, mi parlo, mi ascolto.
i miei pensieri vagano giu' nella mia testa, nei miei polmoni, sulle mie mani.
e mille e piu' rimorsi e rimpianti.
la storia non si fa con i "se",
ma il destino e' tutto un "se".
e il destino costruisce una storia che ricade nel destino.
io ricado dentro i pensieri.
e salto su tappeti elastici dell'anima.
prima o poi atterrero' sui miei sogni.
e non ci sara' piu' spazio per saltare.

seconda persona singolare

quando si e' tristi bisognerebbe scrivere canzoni. o poesie.
qualcuno l'ha detto una volta. non ricordo chi.
quando si e' tristi bisognerebbe non pensare alla trsitezza dico io.
invece togli il tappo dal lavandino e vorticosamente l'acqua scende giu'.
la guardi andare via, girando la testa.
la segui, cerchi di fermarla con le mani ma e' solo acqua, e l'acqua si sa, con le mani non si ferma.
allora provi coi desideri, con i pensieri che lanci nella notte fredda.
magari una folata di vento li porta lontano.
forse.
forse speri che tutto cambi, o che tutto non torni come prima.
resipri, piangi, cammini, leggi, parli, guidi, ascolti, bevi, dormi, parti, torni,
baci, corri, paghi, mangi, canti, scegli, compri, premi, ridi.

modena bologna a/r - 140kmh - vol 17

Oh God said to Abraham, "Kill me a son"
Abe says, "Man, you must be puttin' me on"
God say, "No." Abe say, "What?"
God say, "You can do what you want Abe, but
The next time you see me comin' you better run"
Well Abe says, "Where do you want this killin' done?"
God says, "Out on Highway 61."

21 marzo 2006

5 e 31

i merli fischiano.
la notte e' piu' chiara e meno silenziosa.
allungo una mano, cerco pelle morbida.
mi sveglio
e guardo le ombre.
il profumo del vento
la dolcezza dei sogni.
e non dormo piu'.

20 marzo 2006

sciarpe di primavera

colori, colori.
nelle luci colori.
nei bicchieri colori.
attorno al collo colori.
negli occhi colori.
una mano che preme sul petto, colori dentro.
gira la testa, nei colori della notte,
nel freddo, nelle tasche piene di monete.
sui muri, colori immobili.
un respiro che ansima, un forza irresistibile che allunga un
elastico che non torna al punto di partenza.
una goccia di colore cade in un bicchiere d'acqua e
comincia a girare vorticosamente finche' non intorbidisce
l'acqua.
non e' piu' acqua,
non e' piu' colore.

19 marzo 2006

domenica

essere padri e' saper camminare, senza voltarsi.
camminare il passo lungo degli adulti, senza pieta',
ma un passo limpido e regolare, perche' tuo figlio possa capirlo e
starci accanto, nonostante il suo passo bambino.
e farlo senza mai voltarsi, se ne avrai la forza: perche' lui sappia
che non si perdera' e che camminare insieme e' un destino di cui non bisogna mai dubitare, giacche' e' scritto nella terra.

17 marzo 2006

verde

ci sono momenti in cui e' facile
colorare un quadro tutto nero.
altri momenti in cui quel nero non sparisce.
poi spari
dritto verso quella faccia e un'arancia cola lenta sul bianco.
ci sono momenti in cui il mare profuma di conchiglie e i tuoi ricordi
spariscono insieme alle orme dei tuoi passi.
l'umido della sabbia al tramonto e la testa che gira.
una felpa, il ghiaccio e la voglia di volare.

16 marzo 2006

marzo

E ogni volta che viene giorno
ogni volta che ritorno
ogni volta che cammino e
mi sembra di averti vicino
ogni volta che mi guardo intorno
ogni volta che non me ne accorgo
ogni volta che viene giorno
E ogni volta che mi sveglio
ogni volta che mi sbaglio
ogni volta che sono sicuro e
ogni volta che mi sento solo
ogni volta che mi viene in mente
qualche cosa che non c'entra niente
ogni volta
E ogni volta che non sono coerente
e ogni volta che non e' importante
ogni volta che qualcuno si preoccupa per me
ogni volta che non c'e'
proprio quanto la stavo cercando
ogni volta
ogni volta quando....
E ogni volta che torna sera
mi prende la paura
e ogni volta che torna sera
mi prende la paura
E ogni volta che non c'entro
ogni volta che non sono stato
ogni volta che non guardo in faccia a niente
e ogni volta che dopo piango
ogni volta che rimango
con la testa tra le mani
e rimando tutto a domani

15 marzo 2006

la matita rossa

Si conobbero una mattina sotto la quercia al parco.
Lei una maestra d'asilo, lui tirava a campare lavorando all'ufficio delle poste e per racimolare qualche spicciolo in piu', ritraeva le persone che passavano sotto quella quercia nelle giornate piu' afose.
Non era per i soldi.
Gli piaceva tanto disegnare, guardare negli occhi le persone e ritrarle nei loro pensieri piu' vari.
Lo affascinava disegnare espressioni di un giovedi pomeriggio, marcare i tratti di occhi che volevano dimenticare liti in famiglia o sfumare sopracciglia che sognavano una casa con giardino e un cane.
Quella mattina lei leggeva un libro poco distante.
I suoi piedi nudi dondolavano a mo' di tergicristalli appoggiati sui talloni che affondavano nell'erba verde e fresca.
Aveva gambe morbide, un corpo esile ma di ossatura coraggiosa e le mani regalavano dita affusolate.
Quelle dita lui non le avrebbe piu' dimenticate, ma ancora non lo sapeva.
La scollatura del vestito mostrava un seno delicato, con curve sensibili e piu' su, il collo, un arcolbaleno di sensazioni.
Prese un foglio e la sua matita a punta morbida, cominciando a dare forma a quello che poteva essere il suo desiderio in quel momento.
Il corpo si delineava sempre piu', il vestito che scendeva sulle ginocchia.
Le dita che stringevano le pagine del suo libro.
E quegli occhi scuri che guardavano curiosi dentro le parole, dentro gli sguardi, dentro le emozioni.
Poi prese la matita rossa e tutt'intorno marco' il profilo.
L'aria si muoveva sinuosa fra i rami della quercia, scendeva dritta sul tronco e poi giu' sulla sua schiena, e quell’aria gli porto' un profumo di sogni, un profumo di parole e di speranze.
Scrisse poche righe accanto a quel disegno, quasi un promemoria.
Raccolse la sua roba, si alzo' e le ando' incontro e quando fu a un metro da lei si guardarono senza dir niente.
Affondarono i loro occhi nei loro sguardi senza chiedere perche', e continuarono a sognarsi per un po'.
Lui allungo' un braccio, dietro il braccio la mano e dietro la mano il foglio.
Lei porse le sue dita verso il cielo, guardo' il disegno e sorrise.
Quel sorriso lui non lo dimentico' piu'.

latte nella notte

la luna era splendida.
silenziosa luna, compagna di poesie antiche.
mansueta collina illuminata di latte.
la luna,
come una donna da amare, da guardare giorno dopo giorno e scoprire piu' bella.
aspettare il momento in cui scompare dal cielo e aspettare il suo ritorno col batticuore.
nel cielo una luna piena che va a dormire, usando le nuvole come coperte, tirandosele
addosso pian piano.
la luna, puoi cercarla
e' sempre li.

14 marzo 2006

any colors you like

la mia testa e' caduta correndo.
la strana sensazione di sapere un attimo prima che qualcosa andra' storto
e di colpo mi trovo per terra.
un attimo prima un bagliore giallo chiaro, una frazione di secondo di nero
e poi restare intorpiditi ed inspiegabilmente calmi.
come se tutte le preoccupazioni fossero sparite di colpo.
come se non ci fosse niente a cui pensare.
che strano.
in quel momento conti solo tu.
il momento piu' alto di egoismo, egocentrismo, menefreghismo che possa esistere
nella vita di un uomo.
nella disavventura mi sono sentito bene.
stavo bene.
senza niente a cui pensare, senza niente che pesasse dentro di me.
tutto era li' e poteva anche non esserci.
se avessi potuto fermare tutto e colorare l'immagine adesso sarebbe viola chiaro, con una striscia giallo/arancione e secchiate di bianco.

13 marzo 2006

carta d'identita'

Always on the outside of whatever side there was
When they asked him why it had to be that way,
"Well," he answered, "just because."

10 marzo 2006

22 aprile 1923

siamo stati li a guardare.
perche' sei sempre triste?, gli ho chiesto.
non sono triste.
si che lo sei.
non e' quello, mi ha detto.
mi ha detto che secondo lui la gente vive per anni e anni, ma in realta' e' solo una piccola parte di quegli anni che vive davvero, e cioe' negli anni in cui riesce a fare cio' per cui e' nata.
allora, li', e' felice. il resto del tempo e' tempo che passa ad aspettare o a ricordare.
quando aspetti o ricordi, mi ha detto, non sei ne' triste ne' felice. sembri triste, ma e' solo che stai aspettando, o ricordando.
non e' triste la gente che aspetta, e nemmeno quella che ricorda.
semplicemente e' lontana.
io sto aspettando, mi ha detto.
cosa?
sto aspettando di fare cio' per cui sono nato.

la lampadina

ho comprato "questa storia" di baricco.
ieri sera alle 8.
l'ho quasi finito stanotte.
mentre una luce azzurrina lo guardava.
alle 6, con le prime luci fuori ho chiuso il libro con dentro il biglietto del
treno a ricordare dove dovro' ricominciare per andare incontro alla fine.
ho guardato fuori per un bel po'.
le gocce cadevano una dopo l'altra, a farsi compagnia.
i parcheggi semivuoti si riempivano lentamente come in un puzzle.
ho pensato.
cantato dentro di me.
sperato.
non c'e' posto per le preghiere per il solo fatto che il solo sperare puo' essere un modo di pregare senza dover credere in qualcosa o qualcuno.
io credo semplicemente in lui.
e in quella forza che ieri mattina mi ha lasciato negli occhi.
ho atteso tranquillo.
sereno.
se re no.
se il re no allora io.

08 marzo 2006

dino

quella mano grande,
di cui afferravo spesso e volentieri solo un dito.
era forte, e lo e' ancora.
giorno dopo giorno nei miei giorni.
oggi era piu' forte di allora.
ho afferrato per un attimo quel dito.
ho afferrato gli occhi e la loro forza.
io e te come sempre.
ad aspettare i pesci stanchi al mare.
a cucire i pantaloni strappati.
a tirare le pietre con la fionda fatta in casa.
a dormire davanti alla tv.
a svegliarsi presto la mattina e bagnare l'orto.
io e te.
cosi come siamo, uguali, nelle foto e nella vita.
saremo sempre io e te.

07 marzo 2006

sogna ragazzo sogna

E ti diranno parole
rosse come il sangue, nere come la notte;
ma non e' vero, ragazzo,
che la ragione sta sempre col piu' forte; io conosco poeti
che spostano i fiumi con il pensiero,
e naviganti infiniti
che sanno parlare con il cielo.
Chiudi gli occhi, ragazzo,
e credi solo a quel che vedi dentro;
stringi i pugni, ragazzo,
non lasciargliela vinta neanche un momento;
copri l'amore, ragazzo,
ma non nasconderlo sotto il mantello;
a volte passa qualcuno,
a volte c'e' qualcuno che deve vederlo.

Sogna, ragazzo sogna
quando sale il vento
nelle vie del cuore,
quando un uomo vive
per le sue parole
o non vive piu';
sogna, ragazzo sogna,
non cambiare un verso
della tua canzone,
non fermarti tu...

Lasciali dire che al mondo
quelli come te perderanno sempre;
perche' hai già vinto, lo giuro,
e non ti possono fare piu' niente;
passa ogni tanto la mano
su un viso di donna, passaci le dita;
nessun regno e' piu' grande
di questa piccola cosa che e' la vita

E la vita e' cosi' forte
che attraversa i muri senza farsi vedere
la vita e' cosi' vera
che sembra impossibile doverla lasciare;
la vita e' cosi' grande
che quando sarai sul punto di morire,
pianterai un ulivo,
convinto ancora di vederlo fiorire

Sogna, ragazzo sogna,
quando lei si volta,
quando lei non torna,
quando il solo passo
che fermava il cuore
non lo senti piu' ;
sogna, ragazzo, sogna,
passeranno i giorni,
passerra' l'amore,
passeran le notti,
finirà il dolore,
sarai sempre tu ...

Sogna, ragazzo sogna,
piccolo ragazzo
nella mia memoria,
tante volte tanti
dentro questa storia:
non vi conto piu';
sogna, ragazzo, sogna,
ti ho lasciato un foglio
sulla scrivania,
manca solo un verso
a quella poesia,
puoi finirla tu.

(R. Vecchioni)

pop corn

c'e' tanto sole fuori.
raggi portati a passeggio dal vento che sbuffa annoiato.
i rami pronti a germogliare di nuovo salutano ondeggiando.
c'e' tanto sole fuori, che scalda.
se potessi fare dei pop corn per strada sarebbe stupendo..
metterei un chicco di mais per terra, aspetterei il "pop" e poi lo guarderei scappare via col vento..
il mais..
letto al contrario e' siam.
e di nuovo i pogues...

When it's Summer in Siam
And the moon is full of rainbows
When it's Summer in Siam
And we go through many changes
When it's Summer in Siam
Then all I really know
Is that I truly am
In the Summer in Siam

06 marzo 2006

il giullare guarda con occhi di carta

viaggia per strade sconosciute o ignorate.
legge per terra, ascolta i profumi
osserva il tempo.
trattiene il respiro e poi lentamente soffia..
finche' il fuoco della candela comincia a muoversi.
ondeggia e poi cade.
in un sonno profondo.

05 marzo 2006

l'alba dei navigli

sabato sera in tv si urla il vincitore di sanremo.
io sanremo non l'ho mai guardato con occhi e orecchie interessate.
forse durante le pubblicita' dei film in contemporanea.
pero' le canzoni del festival si sentono poi in radio, e ti accorgi del perche' non lo guardi in tv.
perche' basta, con le canzoni banali, dell'alfabeto degli amanti, l'enciclopedia della serenita', la vita e' stupenda.. etc etc..
si puo' fare molto di piu' con semplici parole.
un po' di frasi originali,
metafore divertenti e impensabili.
e cosi' povia vince.
la canzone mi piace e' divertente.
il succo del discorso sara' sempre quello va bene, di fondo la voglia di vivere, di superare gli ostacoli etc etc..
il punto e' che lui ha saputo raccontarlo quel succo.
con ironia.
ascolti quella canzone a mezzanotte e qualcosa.
stanco dalla notte prima.
la milano da bere.
milano che sogna e balla.
l'alba dei navigli.
lasciare modena a modena e' come lasciare il cellulare a casa.
da piccolo mi piaceva una canzone di celentano.
accendevo il giradischi, mettevo il 45 giri, sollevavo il braccio con la puntina e
poi dopo qualche scricchiolio cominciava con un trombone e...

Cerco l'estate tutto l'anno e all'improvviso eccola qua.
Lei e' partita per le spiagge e sono solo qua giu' in citta'
sento volare sopra i tetti un aeroplano che se ne va.

Azzurro, il pomeriggio e' troppo azzurro e lungo, per me
mi accorgo di non avere piu' risorse senza di te
e allora io quasi quasi prendo il treno e vengo vengo da te.
Ma il treno dei desideri nei miei pensieri all'incontrario va.

Cerco un po' d'Africa in giardino, tra l'oleandro e il baobab
come facevo da bambino, ma qui c'e' gente, non si puo' piu'
stanno innaffiando le tue rose, non c'e' il leone, chissa' dov'e'.

Azzurro, il pomeriggio e' troppo azzurro e lungo, per me
mi accorgo di non avere piu' risorse senza di te
e allora io quasi quasi prendo il treno e vengo vengo da te.
Ma il treno dei desideri nei miei pensieri all'incontrario va'.

Sembra quand'ero all'oratorio, con tanto sole, tanti anni fa.
Quelle domeniche da solo in un cortile, a passeggiar,
ora mi annoio piu' di allora, neanche un prete per chiacchierar.

Azzurro, il pomeriggio e' troppo azzurro e lungo, per me
mi accorgo di non avere piu' risorse senza di te
e allora io quasi quasi prendo il treno e vengo vengo da te.
Ma il treno dei desideri nei miei pensieri all'incontrario va.

03 marzo 2006

il volo

ho messo in un sacchetto
il mio futuro.
ho arrotolato i manici fatti di carta, girati e rigirati con i pensieri.
non tutto il futuro certo, ma buona parte.
ho portato via quel sacchetto,
camminando per le strade del centro.
le luci contrastanti, come le voci, come le visioni delle cose.
lasciarlo in un angolo della citta' sarebbe stato un gesto ribelle,
un gesto liberatorio forse.
un modo per cambiare.
ma sarei stato un altro io.
quel sacchetto me lo sono portato a casa, lentamente coi miei passi, a piedi.
un giorno saro', saro' un altro io.
sara' un altro giorno con altri sogni
e altre speranze.
una vita mia piena di felicita' ancora da regalare.
di amore da dare in custodia a qualcuno perche' lo tenga stretto.
ci sara' il mio nome domani sul mio futuro.
bisognera' suonare, come ad un citofono.
e aspettare che io apra.
apriro' come ho sempre fatto.
apriro' con gli occhi di chi non vede l'ora.
ma adesso e' tempo di spiccare il volo.
e volare lontano..

01 marzo 2006

joan miro' e le catapulte dell'anima

sono il personaggio di un romanzo che ho nell'anima.
timido, irresoluto, sognatore.
diventato introverso piu' del dovuto nel corso degli anni e degli eventi.
attratto dal viaggio, dalla scoperta, dalla curiosita'.
non posso farne a meno.
mi attrae una citta'
il suo odore
la gente che cammina, si siede e guarda, parla.
sono un pittore senza idee, con i suoi pennelli invecchiati dal tempo.
che aspetta di dipingere il suo capolavoro.
e' ben chiaro nella sua testa, non abbastanza nelle sue mani.
sono un marinaio senza nave al tempo di colombo
che si aggira per le strade di lisbona, in salita,
e gira invano.
sono tutto quello che non sono.
sono quello che non dovrei essere.
sono me stesso.
diverso?
sbagliato?
sono.
tutto cio' che e' non puo' non essere.
e poi prendo un libro, lo apro a pagina 137, leggo fino alla riga 19 della pagina successiva.
ognuno interpreta a suo modo.
il piu' e' trovare il libro giusto.

28 febbraio 2006

the sunny side of the street

in questo periodo dell'anno
quando si avvicina, almeno formalmente, la primavera,
mi torna in mente una canzone,
sempre quella.
the sunny side of the street dei pogues.
non solo una canzone, uno stato d'animo.
una coscienza.
non piu' all'ombra, fredda, umida..
il sole, tanto sole, solo sole.
voglio il sole dentro di me.
camminare sul lato soleggiato della strada, qualunque esso sia.
destra, sinistra, fa poca differenza.
l'importante e' che ci sia il sole.
che scalda dentro.
lo cerco. lo trovo, come ho sempre fatto.
addio ombra.

27 febbraio 2006

il giorno piu' bello della mia vita

mi ritrovo come spesso accade.
con le mie cose che mi circondano.
tutte quelle cose che mi voglio portare altrove.
resteranno sempre loro, qualunque cosa io faccia o in qualunque posto vada.
resteranno loro.
hanno visto i miei anni, io ho visto la loro vita.
le conservo tutte in due scatole.
ma presto saranno tre.
inutili cose, fogli di carta, sassolini, biglietti di metropolitane.
carte che contenevano panini.
poi c'e' un'altra scatola.
tutta blu.
e' vuota.
la conservo per un giorno speciale.
il giorno piu' bello della mia vita.

25 febbraio 2006

il rospo cristiano

c'e' un rospo che cammina piano
verso una porta bianca e blu.
davanti alla porta un meccanismo di metallo.
il rospo ci passa sopra e la porta lentamente si abbassa
come un ponte levatoio.
il rospo entra in questa cucina, con la luce gialla,
un mobile con oggetti sopra e una vetrina.
c'e' un gruppo di persone aizzate contro un ragazzo,
urlano, vogliono malmenarlo,
una signora nel gruppo mi punta un rosario contro e mi guarda
in cagnesco.
e poi ci sono io, sul ciglio della strada che cammino scalzo.
mi si sporcano i piedi,
ho le mani piene di cose, una maglietta, un maglione le scarpe e le calze.
cerco di mettermi la maglietta, le calze, ma sono lento, lentissimo, non riesco.
la strada sterrata porta nel centro dell'isola greca.
luci suoni profumi.
io.

23 febbraio 2006

queen jane approximately

When your mother sends back all your invitations
And your father to your sister he explains
That you're tired of yourself and all of your creations
Won't you come see me, Queen Jane?
Won't you come see me, Queen Jane?

Now when all of the flower ladies want back what they have lent you
And the smell of their roses does not remain
And all of your children start to resent you
Won't you come see me, Queen Jane?
Won't you come see me, Queen Jane?

Now when all the clowns that you have commissioned
Have died in battle or in vain
And you're sick of all this repetition
Won't you come see me, Queen Jane?
Won't you come see me, Queen Jane?

When all of your advisers heave their plastic
At your feet to convince you of your pain
Trying to prove that your conclusions should be more drastic
Won't you come see me, Queen Jane?
Won't you come see me, Queen Jane?

Now when all the bandits that you turned your other cheek to
All lay down their bandanas and complain
And you want somebody you don't have to speak to
Won't you come see me, Queen Jane?
Won't you come see me, Queen Jane?

22 febbraio 2006

sanglot

gatto.
ci incontriamo tutte le sere, io esco da un portone
tu esci dal vicolo.
ci guardiamo, ci studiamo, e ci allontaniamo.
in fondo siamo uguali io e te.
di notte, veloci attraversiamo le strade, annusiamo l'aria
fissiamo interminabili silenzi.
la nostra vita notturna è uguale.
corriamo a cercare nutrimento,
linfa vitale
corse in bilico su davanzali strusciandoci alle caviglie.
fermati gatto, parlami, dimmi quello che sogni.
portami nelle strade piu strette, nelle tane piu calde.
portami con te gatto.

20 febbraio 2006

idiot wind

la sensazione e' quella di avere tutto quello che desiderate davanti a voi e non riuscire a toccarlo.
e' quello che provoco.
quello che sono.
sono e non riesco a farmi prendere.
sono e non sono.
nello stesso tempo.
sono per me ma non per qualcun' altro.
sono per qualcun' altro ma non per me.
sono la decisione da prendere,
la strada da percorrere,
sono la mano che stringe,
sono la voglia di amare.
la forza di volonta' e il desiderio.
sono il cattivo esempio, sono un punto lontano.
una stella cadente a cui pensare.
sono la campana che suona di notte all'improvviso.
sono l'estate che passa e la primavera che arriva.
sono senza inverno.
una campagna napoleonica combattuta con le rose.
ho una vita da vivere, un sogno da inseguire fino all'ultimo respiro,
un'ambizione.
una canzone da cantare.

17 febbraio 2006

most of the time

Most of the time
I'm clear focused all around,
Most of the time
I can keep both feet on the ground,
I can follow the path, I can read the signs,
Stay right with it, when the road unwinds,
I can handle whatever I stumble upon,
I don't even notice she's gone,
Most of the time.

Most of the time
It's well understood,
Most of the time
I wouldn't change it if I could,
I can't make it all match up, I can hold my own,
I can deal with the situation right down to the bone,
I can survive, I can endure
And I don't even think about her
Most of the time.

Most of the time
My head is on straight,
Most of the time
I'm strong enough not to hate.
I don't build up illusion 'till it makes me sick,
I ain't afraid of confusion no matter how thick
I can smile in the face of mankind.
Don't even remember what her lips felt like on mine
Most of the time.

Most of the time
She ain't even in my mind,
I wouldn't know her if I saw her
She's that far behind.
Most of the time
I can't even be sure
If she was ever with me
Or if I was with her.

Most of the time
I'm halfway content,
Most of the time
I know exactly where I went,
I don't cheat on myself, I don't run and hide,
Hide from the feelings, that are buried inside,
I don't compromised and I don't pretend,
I don't even care if I ever see her again
Most of the time.

15 febbraio 2006

waterloo

in una notte tutto ti passa attraverso
tutto ti colpisce e ti taglia.
sanguini e lentamente ti addormenti nel sonno della paura.
in una notte lasci che il materasso ti assorba
e le coperte ti schiaccino.
in una notte capita che tutto non c'e'.
la maglietta ti stringe piano piano i polmoni
ti soffoca.
giri di lancette, ma l'aria non arriva.
e non arrivno nemmeno i sogni.
cominci a correre forte su un vetro con scarpe di metallo.
la notte ti porta via.
insieme alla luna, insieme alle stelle.
la notte ti trascina coi suoi sospiri nelle selve degli incubi.
e la verita', la verita' non stenta a ritirare, contro le armate di napoleone.

14 febbraio 2006

our days

Fa ch'io per te sia l'estate

Quando saran fuggiti i giorni estivi!

La tua musica quando il fannello

Tacera' e il pettirosso!

A fiorire per te sapro' sfuggire alla tomba

Riseminando il mio splendore!

E tu coglimi, anemone,

Tuo fiore per l'eterno!

07 febbraio 2006

vodka e acqua tonica

i colori scendono
lungo il pennello
e giu sulle mani
sui polsi
come l'acqua tonica nella vodka.

02 febbraio 2006

13

io ti guardero
illuminata con il neon
delle vetrine
poi ti nutriro di coca-
cola e di popcorn
dentro ad un cine
ti raccontero le mie
bugie sul mondo e quelle
sulla gente
poi ti bacero con tutto
quanto in fiamme
con le luci spente
e faremo l'amore sulle
foglie e sui prati
sul denaro e nel fuoco
dentro ai posti proibiti
fino al cuore del mondo
come due innamorati
come due innamorati
senza niente da fare
che non hanno
nient'altro
che "una storia d'amore"

io ti curero
perche' tu c'hai bisogno di ridere di gusto
e ti ringraziero
quando usciremo presto
da un locale "giusto"
guardero da giu
il grattacielo dei tuoi tacchi mozzafiato
e ti domanderai
se anche stavolta sono io quello sbagliato
e faremo l'amore
dentro ad un temporale
tra le luci del centro
tra le statue di sale
con il cuore impazzito
come due innamorati
come due innamorati
senza niente da fare
che non hanno nient'altro
che "una storia d'amore"
una storia d'amore
una storia d'amore
una storia d'amore
una storia d'amore
una storia d'amore
una storia d'amore

28 gennaio 2006

fab night...friday night

silenzioso silenzio
dorato diventi nel buio
di un vuoto che cade.
ti credo e ti lodo
nel sonno che chiama sul ciglio del mondo
notturno che ama.
ti sento sostanza che brama materia e
mescola ardore con braci d'amore.
e cosi sei un venerdi notte alle 2.30

24 gennaio 2006

that's life

vorrei scivolare su un lago ghiacciato
senza fermarmi,
continuare a scivolare e girare.
chiudere gli occhi e poi riaprirli e osservare che tutto gira intorno a me.
sentire di non riuscire piu a fermarsi, non riuscire piu a fermarsi, e perche' no, non volere piu fermarsi.
scivolare all'infinito, senza tregua.
respirare forte e a pieni polmoni mentre tutto gira e scivolo via, lontano.
that's life, un'eterna scivolata e tutti cercano appigli.

carta penna e fantasia

ho una penna che scrive su un foglio
che guarda lontano.
ho una mano che tiene una penna che guarda il suo foglio
scrivendo lontano.
ho un foglio che tengo in mano
scrivendo con una penna da lontano.
sono lontano da quel foglio che guardo
scrivendo con la penna sulla mia mano.
guardo la mia mano da lontano
la mia mano che scrive sul foglio con la penna.
ho una vita come un foglio da scrivere con la penna della felicita'.
la mia mano servira' a raccontare tutto cio' che un giorno guardero'
da lontano.

16 gennaio 2006

odio i lunedi

certo che vasco quando scriveva le sue canzoni avra' avuto i suoi buoni motivi..
io non li odio i lunedi.. e' solo che il lunedi e' un giorno particolare..
sempre nevrotico..
e' primo giorno della settimana.
la gente va in ufficio con le balle di traverso, non caga nessuno e quando esce e' peggio.
vorrebbe amnmazzare qualsiasi cosa si trovi davanti.
io non li odio.
adesso, non tirate fuori la scusa che non vado in ufficio e quindi non sono nervoso..
e' solo che il lunedi sera per me e' sempre stato un po' come il sabato pomeriggio quando si andava a scuola..
era finita la settimana..
di lunedi sera si possono fare tante cose, uscire, andare al cinema, vedere gli amici, stare in casa con il/la proprio/a ragazzo/a.
si puo leggere, si puo stare a dipingere o ascoltare musica..
certo si puo fare anche negli altri giorni, ma per me il lunedi ha un sapore speciale.
non so perche lo scrivo..
chissa'.
sono tornato nel momento in cui quello che provo non ho bisogno di scriverlo...
almeno non mi viene naturale..
quello che provo lo vivo.

13 gennaio 2006

lei

Lei, forse sara' la prima che,
Io non potro' dimenticar,
La mia fortuna o il prezzo che, dovro' pagar,
Lei, la canzone nata qui,
Che ha gia' cantato chissa' chi,
L'aria d'estate che ora c'e'
Nel primo autunno su di me..
Lei, la schiavitu' la liberta',
Il dubbio la serenita'
Preludio a giorni luminosi oppure bui,
Lei, sara' lo specchio dove io,
Riflettero' progetti e idee
Il fine ultimo che avro', da ora in poi.
Lei, cosi' importante cosi' unica,
Dopo la lunga solitudine,
Intransigente e imprevedibile,
Lei, forse l'amore troppo atteso che,
Dall'ombra del passato torna a me,
Per starmi accanto fino a che vivro'
Lei, a cui io non rinuncerei,
Sopravvivendo accanto a lei,
Ad anni, combattuti ed avversita'
Lei, sorrisi e lacrime da cui,
Prendono forma i sogni miei,
Ovunque vada arriverei,
A passo a passo accanto a lei.
Lei, lei, lei.

10 gennaio 2006

colpa d'alfredo

sono le 9.04.
sono sveglio dalle 6.45.
non riuscivo a dormire stamattina.
occhi piantati sul soffitto e sulla luce che cominciava a comparire fuori.
mi sono chiesto perche' non riuscissi a dormire.
e senza nemmeno far passare tanti secondi ho pensato "colpa d'alfredo".
e poi via con i miei viaggi.
ho pensato chissa', che forse anche vasco quando l'ha scritta non aveva in mente nessuno in particolare, ma gli sia venuta in mente cosi.
perche' la tipa non c'e' stata?
colpa d'alfredo.
perche' ho fatto un incidente in macchina?
colpa d'alfredo.
potrebbe diventare un modo di dire..
vabbeh.
settimana intensa.
se gli dei vogliono dopo questa settimana un po' piu' di relax.
e chissa' forse anche un'evasione.
vedremo.
un week end piccolino magari..
se non ci riesco allora... beh... colpa d'alfredo.

09 gennaio 2006

lee oskar

ho un'armonica sullo scaffale sopra il mio monitor.
la guardo ogni tanto,
e' rivolta col dorso verso di me.
c'e' un nome argentato sul legno nero, lee oskar
quel nome mi affascina, lee oskar.
immagino che sia il nome del tipo che l'ha costruita.
me lo immagino con la barba
le dita della mano ingiallite dal fumo di centinaia
di sigarette fumate per un vizio preso a 15 anni.
mi immagino la sua voce a volte roca,
alto non piu' di me, robusto.
con un cappello in testa.
lee oskar,
suo padre magari immaginava per lui un futuro diverso, pensava forse
che suo figlio avrebbe studiato o lavorato per la compagnia nazionale del gas.
e invece lui ha cominciato a costruire armoniche.
quegli oggetti che permettono al respiro di trasformarsi in melodia.
ogni respiro dovrebbe trasformarsi in melodia,
un sospiro, uno sbuffo, un fiatone dopo una corsa..
avremmo tutti piu' idea di quello che pensa la gente.
ogni emozione un suono.
ogni suono un messaggio preciso.
senza giochi di parole, senza incomprensioni.
senza bugie.

06 gennaio 2006

ping pong

mi piacerebbe che tu tornassi
con un sorriso dorato.
che mi dicessi stringendomi
quanto tempo e' passato.
vorrei sentire queste parole
camminando fra la gente.
fra voci e mani e guanti
di cui non mi importa niente.
mi piacerebbe che tu tornassi
in un angolo di settembre.
cosi come ti ho dipinta
una notte, nella mia mente.
quel quadro cosi radioso
sfavillante fra le ombre.
la mia stanza era nulla
ora e' piena di novita'.
ci saremo sempre
finche' uno dei due ci sara'.

05 gennaio 2006

mezzanotte di stelle

bottiglie che si svuotano
e io non premo piu i tasti.
le pagine scritte sono marchiate anche a fuoco per dare piu importanza a tutto quello che circola intorno.
la regina marie antoinette si dimena, fugge dalla presa.
senza assaggiare il frutto del peccato che incombe sulla sua testa come la pioggia di novembre.
troppo tempo, non e' cosi facile.
troppo tempo e le formiche si organizzano per colpire ancora, il loro desiderio nascosto,
la donna nuda sul letto da saggiare.
il loro mondo fatto di sesso.
una mano prende e una mano da.
una mano sceglie e l'altra fa.
fa, come la nota.
fa come le pare, senza pasticci nel fango.
una vita che cresce innocente e gli spazi fra le lettere non mi piacciono piu'.
fi fa feeeeeeeeee..
fi fu faaaaaaaaa...
fa fa fiiiiiii...
questa e' l'armonica dell'amore, che suona in notti dorate
rimepite di sogni
celate da stelle che liberano un canto solitario.
lei e' mia amica.
lei e' mia amica lo so.
solo mia amica.
nient'altro vuol essere ora o mai piu'.
la mente si libera del corpo, il corpo del terreno, il terreno dell'acqua, l'acqua del sale, il sale delle lacrime e le lacrime degli occhi.
che mi guardano fissi, immobili.
senza convinzione.
scrivere e' come suonare il piano.
io non ho mai saputo suonare un piano.

04 gennaio 2006

fishing high

la mia voglia di andare avanti aumenta di giorno in giorno.
ogni ora che passa,
ogni minuto che compare sull'orologio
e' un minuto in piu in cui vorrei vedere quello che in realta' per
ora e' solo nella mia testa.
pescare mi e' sempre piaciuto.
il pescatore sa che deve avere pazienza, e la sua pazienza alle volte puo non essere ripagata.
la speranza.
questo e' quello che spinge un pescatore a continuare a pescare giorno dopo giorno.
la speranza che prima o poi il filo si tende con forza e il pesce avra' abboccato.
e nel frattempo pensa, a tutto quello che gli passa per la testa.
guardando l'acqua, il galleggiante o l'orizzonte con gli insetti.
voglio continuare a pescare.
sotto la pioggia, al freddo, col sole, d'estate.
voglio aspettare il mio turno.

01 gennaio 2006

happy new year

May God bless and keep you always,
May your wishes all come true,
May you always do for others
And let others do for you.
May you build a ladder to the stars
And climb on every rung,
May you stay forever young,
Forever young, forever young,
May you stay forever young.

May you grow up to be righteous,
May you grow up to be true,
May you always know the truth
And see the lights surrounding you.
May you always be courageous,
Stand upright and be strong,
May you stay forever young,
Forever young, forever young,
May you stay forever young.

May your hands always be busy,
May your feet always be swift,
May you have a strong foundation
When the winds of changes shift.
May your heart always be joyful,
May your song always be sung,
May you stay forever young,
Forever young, forever young,
May you stay forever young.