28 dicembre 2005

colombo VS mr. peanut

serenate che si perdono nei lumini accesi ai bordi delle strade
una mano sulla bocca e occhi che ti scrutano per carpire
fino all'ultima emozione.
vorrei avere una macchina da scrivere una sigaretta appoggiata in un portacenere
col fumo che sale pian piano e si sposta per la forza delle parole
i capelli spettinati ed essere in bianco e nero.
battere con forza i tasti uno dopo l'altro,
e cantare cantare a squarciagola la canzone più bella.
sceglierne una fra milioni.
ho fame di conoscenza,
ho fame di avventura, di sguardi.
le mie tasche sono state derubate e non me ne sono accorto,
c'è un fuorilegge in città, forse è stato lui,
ma può provare la sua innocenza con un alibi,
e allora lo sceriffo lo lascia in libertà.
l'america è come un respiro prondo,
no chiedetemi come e perchè
solo il respiro potrà rispondervi.
uno due tre quattro cinque
sono i numeri che si rincorrono sul soffitto
al suono di una sveglia.
muri vuoti, storti fatti di costole marroni
ed un desiderio che doveva diventare arancione.
la nave delle promesse è salpata,
verso mari lontani alla ricerca delle nuove terre,
e colombo non sa se ritornerà
a salutare mr. peanut.

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