26 settembre 2005

e correre felici a perdifiato...

perchè apro e chiudo la pagina del blog?
perchè non so cosa scrivere?
e perchè vado sempre a leggere il mio vecchio blog?
ho paura.
di aver voluto cambiare troppo in fretta.
di non essere capace,
di non essere grande.
ma gli anni passano, i capelli cadono, e per fortuna non così copiosi
come succede a tanti altri.
mi ripeto sempre che magari cadendo quelli vecchi, come le foglie,
lasciano spazio agli altri.
diciamo che ho una capigliatura altruista, ecco.
anche se sono felice ho qualcosa che mi si contorce dentro, e non so cos'è.
ho un futuro prossimo a cui guardare e su cui concentrare le mie forze e i miei desideri.
ma non lo faccio con le tende aperte, la finestra lascia passare una luce bella, calda,
colorata, ma passa attraverso una tenda che filtra.
passerà, come tutto il resto.
ho solo voglia di sorridere dentro.
e in questi giorni non è difficile!
corro
corro
corro
corro

24 settembre 2005

profumo di padre

'O pate è 'o pate
nun se po lamentà maie cu nisciuno
addà fa sempe 'o forte, addà fa 'o pate
è capo ma nun sape cumannà.
'o pate è 'o pate
sempe annascuso, nun se vede maie
ma sape tutto chello ca succere
e quanno vò se sape fa sentì,
e cà 'a fatica 'nfaccia e dint' a ll'ossa
va cammenanno cu 'e penziere appriesso,
se cresce e figli dint' 'o portafoglio
sempe cchiù chino e 'sti fotografie.
nisciuno 'o sente quanno parla sulo
e se fa viecchio sestimanno e guaie,
e si 'o faie male s' astipa 'o dolore areto a 'nu sorriso,
e se va appendere int' 'o scuro
a 'na lacrema d' 'o core
ca ogni tanto 'o fa cadè.
'o pate è 'o pate
nun se poí rassignà si 'o juorno è niro
pe' forza addà truvà nu piezze 'e sole,
pe' scarfà a casa soia primma 'e partì.
'o pate è 'o pate
'o primmo amico 'e quanno si criaturo
ca fore a scola nun 'o truove maie
ma sta tutte 'e mumente addù staie tu.
'o truove sempe cu 'o piacere 'n mane
si nun vu' niente te vo' da coccosa
e se sta zitto pe guardà 'e parole
ca so carezze ca isso t' 'a mparato.
acale l'uocchie quanno te salute
e sott' e diente dice statt' accorto,
e chella mano ca te tocca 'a spalla è 'o coraggio ca tiene
e nun te miette cchiù a paura
pecchè saie ca nun si sulo
quanno a vita è contro a te.

21 settembre 2005

alda merini

Madre
la poesia che nessuno dice
che nessuno vuol tutelare
e che nessun autore vede
è il proprio sentimento di Amore.

Si nasce convinti che la poesia sia destrezza
ossia cambiare un cavallo
e che sia come correre in tondo
nelle arene della grandezza
e poi improvvisamente
Nerone ha incendiato la cetra
Callisto si è fatto buio
Tiberio si è dimenticato
e la trappola aperta per topi
si fa di nuovo piena.

Arriva la domestica e ti domanda se esci
arriva il giornalista e ti domanda se canti
ma arriva tua madre improvvisamente
e senza dir nulla ti raccoglie i capelli
in un unico nodo d'amore.

20 settembre 2005

il vento non sa leggere...

c'è un romanzo di richard mason che si chiama "il vento non sa leggere".
l'ho visto ieri in libreria.
è uno di quei libri che mi affascinano ma per qualche motivo non riesco ad allungare la mano al primo colpo e prenderlo.
l'ho guardato sullo scaffale, l'ho osservato e ho pensato al titolo.
devo essere rimasto lì imbambolato per qualche minuto, mentre la mia testa vagava nei pensieri e nelle immagini dettate da quelle parole.
il vento non sa leggere.
tornato a casa ho cercato notizie sul libro, sulla frase, e scopro che è una poesia giapponese che recita così:
"Sul cartello è scritto: "Non cogliere questi fiori". Ma per il vento è inutile, perché il vento non sa leggere".
è vero, il vento non sa leggere.
però il vento è come quei personaggi che trovi raramente nei paesi più piccoli, dove si fa del convivere un modo di vita.
quelle persone per lo più anziane, che non hanno mai saputo scrivere o leggere, che non si sono mai interessati di quello che succedeva fuori dalla città.
senza preoccupazioni per il deficit pubblico o il pil o le lotte di classe dovute ad elezioni vinte dal pinco pallino di turno.
con le mani screpolate e dure, grosse, gli occhi incastonati nel viso come possono esserlo i diamanti nella roccia.
quelle persone che profumano di caminetto d'inverno e di spazi freschi l'estate.
affascinanti, si, affascinanti.
perchè silenziosi ti indicano la strada, con un gesto esprimono tutta la loro rassegnazione o la loro felicità.
persone che restano sole il più delle volte.
ma persone a cui staresti vicino per una giornata intera seduto su un muretto, in silenzio, a guardare la gente che passa e ti guarda.
ma il vento è lì,
accanto a te, e ti porta lontano con i pensieri, con gli sguardi.
il vento non sa leggere,
ma ama.

18 settembre 2005

lacrime di coccodrillo

piove di domenica.
il giorno giusto per piovere.
un giorno che può essere tranquillamente grigio.
un giorno per guardare fuori dalla finestra per ore,
osservare la gente che cammina sotto l'ombrello,
immaginare cosa pensa, dove va, cos'ha fatto ieri sera.
domenica di grigio,
quello che non ti viene mai quando mischi bianco e nero in un piattino di plastica.
perchè ha delle venature nere, e delle venature bianche.
domenica in cui qualcuno piange su nel cielo, qualcuno che
rimpiange il passato, qualcuno che si odia per gli errori commessi,
qualcuno che si amareggia per un'occasione persa.
qualcuno che tranquillamente stasera dimenticherà tutto per godersi
le ultime ore del week end..
riportando le lacrime al loro posto, da dove sono venute,
da un grosso coccodrillo grigio con venature di bianco, e venature di nero.
quel grigio che non ti viene mai quando mischi bianco e nero in un piattino
di plastica...

17 settembre 2005

il treno dei desideri

sei li in fila,
per entrare ad una festa di cui non te ne frega niente,
vorresti essere da tutt'altra parte.
vorresti annusare un profumo che ti piace,
prendere una mano,
sorridere.
ma sei li, in quella fila, in cui tutti si affannano a non
farsi rubare il posto, tutti cercano la cosa piu banale che passa per la testa per fare conversazione, perche' e' venerdi, e il venerdi sera non si parla di cose
serie.
noi vogliamo il divertimento, noi siamo animali che cercano una gabbia dove rinchiuderci e cominciare il corteggiamento sfoggiando i piumaggi piu' vivaci, il portamento piu' fiero, la sicurezza ostentata!
niente cose serie,
dentro di noi un'unico pensiero: stasera ci riesco, stasera mi accoppio.
le vedi tutte quelle teste che si girano a destra e a sinistra, in fila a guardare dentro, animali terrorizzati che si lanciano nel fuoco per fuggire il fuoco.
e' venerdi sera, l'unica sera di sette sere in cui si lasciano le scarpe per terra e si comincia a volare.
e li, in quella fila di ormoni vestiti a festa, il tuo maglioncino e' colmo di piccoli semini staccatisi dalla pianta su cui e' caduto.
mille semini, ne togli uno e ne scopri altri dieci.
ecco, anche per le piante e' venerdì sera.
loro si accoppiano cosi, attaccano il loro orgasmo ad un essere mobile e sperano nei loro figli.
quei figli che ora tu stai li a staccare, uno dopo l'altro, con la gente che ti parla accanto, con la musica che suona sulla tua testa, e quel treno che torna a casa, lento, troppo lento, ma ignaro.
in una sera di gennaio.

16 settembre 2005

c'e' chi ci mette del suo...

io: un giorno poi me lo spieghi perche' hai avuto quell'atteggiamento,
magari davanti ad un bicchiere di vino o al parco, con calma, tanto per capire...
lei: per provocarti...
io: sai non mi ero accorto che eravamo seduti al parco in tranquillita' a sorseggiare del buon vino..
lei: perche' ogni volta che ti cercavo avevi sempre altro per la testa, sembrava quasi che io non esistessi..
io: cameriere scusi mi porta un altro bicchiere per favore?
lei: e' inutile che fai lo spiritoso, lo sai benissimo come sono andate le cose..
io: lascia stare pago io..

15 settembre 2005

sussidio di disoccupazione

vediamo.
spiegare cosa significa non lavorare non e' cosi facile
come si pensa.
non lavorare significa avere un sacco di tempo a tua disposizione,
svegliarti la mattina presto e andare al parco per esempio.
puoi decidere di stare tutta la mattina a letto con le persiane un
semichiuse a leggere o a guardare la tv mentre l'arietta fresca
entra e ti accarezza le gambe.
non lavorare significa anche fare tutto quello che dici di voler fare
quando lavori.
ma poi ti rendi conto che tutte quelle cose che volevi fare le volevi fare
quando lavoravi.
ora non piu..
altre ancora non te le ricordi nemmeno..
e tutto questo per certi aspetti ti manda in crisi..
tutto il tempo libero che sognavi ce l'hai, l'hai avuto e magari l'hai
anche sfruttato bene.
pero' poi ti torna la voglia di stare in un ufficio, di chiacchierare con il tuo collega, parlare del piu' e del meno e ovviamente sognare di non essere li' in quel momento.
torna quella voglia di prendersi 5 minuti di pausa e guardare fuori bevendo un caffe', a dicembre, e toccare con la punta del naso il vetro freddo della finestra.
non so.. forse ho solo voglia di autunno.
di sciarpe la sera.
volevo.
vorrei.
ho avuto.
avro'.
ho.
ebbi.
i tempi verbali del verbo avere.
tutti insieme formano una vita.

14 settembre 2005

dire fare viaggiare lettera o new york?

tempo fa avrei scritto di piu'..
o meglio, scrivevo di piu'..
adesso non so, sara' il fatto che ancora non ho trovato un altro lavoro,
che passo le mie giornate con mio nipote o a leggere un libro,
o a bighellonare per il centro di modena di notte, ma scrivo di meno.
e dire che di cose da scrivere ne ho sempre..
mi vengono in mente immagini, pezzi di racconti che vorrei trovare
su un libro quando lo compro.
di colpo mi viene una voglia irresistibile di scrivere
di far scivolare la penna sulla carta.
ed in quel preciso istante non ho mai con me una penna ed il mio qualibro (per la definizione di qualibro consultate il mio vecchio blog, da qualche parte c'e' scritto!).
oppure, come sempre, ho solo voglia di viaggiare.
di partire e trovarmi fra gente che non conosco.
oppure partire per ritrovare qualcuno.
per esempio se potessi adesso partirei per l'america,
caro paolo magari la settimana prossima cerco un volo e arrivo, che ne sai..
oppure ancora (ottima forma grammaticale per esprimere la continuita' di una negazione) e' soltanto la felicita' su quel divano morbido e grande, con quei cuscini grandi, con quelle carezze grandi, con quegli occhi che ti guardano e si domandano un'infinita' di cose per cui e' ancora troppo presto domandare..
ed ora pubblichero' queste parole schiacciando sul tasto arancione "pubblica post".

P.S. io ti odio, programmatore idiota che hai fatto si' che se io scriva una e accentata cosi: è ,il risultato sia un' accozzaglia di simboli...
tu non hai idea di che fatica si faccia a pensare di dover scrivere le parole accentate usando un' apostrofo.
ti manda in bestia!
percio' fai qualcosa, pensaci, fai il tuo lavoro!

11 settembre 2005

Fortuna delle fortune
Con una mano immersa nella pece
La dea della misericordia e' volata con ali senza piume
Con un ago conficcato nella voce.
E si e' dimenticata della storia di un bambino
Che seguiva le sue orme trascinandosi un orsetto
Con un occhio nero ed un braccio moncherino
Stringendoselo al petto
Manigoldi voi dei che vi adirate
Con la presunzione dell' immortalita'
Prelevando gocce di rugiada da prati e foglie di insalate
Aspettandomi nell' al di la'
Un giorno mi avrete, ma non avrete me
Che sono nato nel quartiere dei sognatori
Dove le ramazze per pulire le strade sono scettri da re
E i raggi delle biciclette si trasfromano in arcobaleni da mille colori.
Scegliete gli archi piu' robusti per scagliare le frecce acuminate
I miei scudi sono resistenti alle intemperie
E il metallo e' brillante per chi crede nelle tele colorate
Senza la presunzione di una vita fatta di sole arterie.

10 settembre 2005

il mio primo romanzo

dopo due giorni di pioggia e' spuntato un sole caldo stamattina.
un sole caldo di settembre, di quelli che riscaldano,
che colorano di verde vivo i prati, che contrastano il bianco delle
poche nuvole con l'azzurro del cielo.
e' spuntato un sole caldo
dentro di me, nel mio sangue,
nei miei occhi.
quel sole che ti scalda mentre leggi al parco ed un bambino
ti porge un fiore appena staccato dalla sua vita.
quel sole che ti fa sorridere anche
quando non ce n'e' bisogno.
quel sole che vorrei non andasse piu' via.
sabato di sole.
se mai scrivero' un libro lo intitolero' cosi':
sabato di sole

08 settembre 2005

l'amore dimenticato nel bagno di un locale...

muri rossi e voci.
terribili voci che producono suoni inutili.
falsi.
effimeri.
le luci si confondono con i cuscini e i cuscini
con i quadratini colorati
e i quadratini colorati con i piedi.
intanto quell'anello uguale all'altro
passa e ripassa
si affanna
brilla.
un anello sottile
semplice
pieno di amore.
a sinistra fili dorati si posano su una spalla abbronzata
a ricordare le spiagge lasciate,
solitarie guardiane del mare.
e poi un braccio
una mano che si appoggia
le scale
la porta
il vento e il profumo che mi entra nel cervello.
l'una meno un quarto...buonanotte.

04 settembre 2005

carrello della spesa

lei e' stanca.
nei suoi occhi sogni di bambina,
di carrozzine spinte e di bambole allattate,
di regali ricevuti e promesse dimenticate.
lei e' stanca.
nelle sue mani la voglia di stringere e di accarezzare
di provare piacere.
quel piacere di una notte che si trasformo' in futuro.
quella notte che non e' piu' futuro.
si trascina dietro il suo profumo,
fra gli occhi della gente,
come una farfalla vaga trasportata dal vento,
quel vento che e' solo voglia di sorridere.

02 settembre 2005

errare humanum est...

"Goditi potere e bellezza della tua gioventu. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventu lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilita avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non t'erano mai passate per la mente.
Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedi pomeriggio. Fa' una cosa, ogni giorno che sei spaventato. Canta.
Non esser crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che e' crudele col tuo. Lavati i denti.
Non perder tempo con l'invidia. A volte sei in testa.
A volte resti indietro. La corsa è lunga e alla fine e' solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente dimmi come si fa.
Conserva tutte le vecchie lettere d'amore, butta i vecchi estratti conto.
Rilassati. Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone piu interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni piu interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio. Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno. Forse ti sposerai o forse no. Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni. Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio. Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche.
Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo. Usalo in tutti i modi che puoi.
Senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il piu grande strumento che potrai mai avere. Balla.
Anche se il solo posto che hai per farlo e' il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza. Ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori.
Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre. Tratta bene i tuoi fratelli.
Sono il migliore legame con il passato e quelli che piu probabilmente avranno cura di te in futuro. Renditi conto che gli amici vanno e vengono.
Ma alcuni, i piu preziosi, rimarranno. Datti da fare per colmare le distanze geografiche e di stili di vita, perche' piu diventi vecchio, piu hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant'anni sembreranno di un ottantacinquenne. Sii cauto nell'accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa. I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli e' un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti piu brutte e riciclarlo per piu' di quel che valga.
Ma accetta il consiglio...per questa volta."


giovedi, settembre 01, 2005

e c'e' una cosa che mi frulla in testa da ieri sera.
correvo sudato, bagnato nel campo da calcio.
correvo piano e poi correvo veloce, per quattro volte.
per due volte.
totale otto volte.
ventiquattro minuti.
correvo con altre gambe, con le mie gambe.
con altre voci e fiatoni.
ma sentivo solo la mia.
che ripeteva le tabelline per non sentire la fatica.
ma poi di colpo un'immagine di tanti anni fa.
di me seduto sul divano,
con mia madre che lava i piatti, e rumori di forchette che urtano bicchieri.
e televisioni accese.
ed io che leggo una pagina di nonsocosa.
ma in quella pagina c'era racchiuso qualcosa che forse in quel momento
non ho capito tanto bene, forse non gli ho dato peso.
c'erano parole di vita solitaria fra quattro mura.
e uan riga che ho memorizzato, per tanti anni, e viene fuori a intermittenza:
"un uomo solo che guarda un muro e' un uomo solo...
due uomini soli che guardano un muro e' il principio di un'evasione."
poi di colpo una voce: "sanna! rallenta!"
avevo cominciato a correre troppo forte.




nei boschi ululano,
gufi malinconici e solitari.
colline nere nella notte come vecchi curvi e addormentati
sul tavolo della vita.
piccoli occhi, tanti piccoli occhi
non vedono,
battono le ciglia da lontano.
sale da terra un profumo:
morte che da' vita.
ed io resto ad osservare il silenzio.


domenica, agosto 21, 2005

gli amici.
quelli di una volta, quelli delle 3 di notte in macchina.
i veri amici.
quelli a cui serve una sola parola per farti capire.
gli amici di un tempo.
sinceri, leali, affidabili.
sono sempre li.
davanti ad una birra, su un marciapiede, sotto la luna.
come un archeologo ho trovato quello che cercavo.
quello che doveva cambiare la mia estate.
e l'ho trovato nel posto piu lontano dove si potesse trovare,
ma il piu vicino se solo ci avessi pensato prima.
sole, caldo, vento, carcasse di animali morti.
e poi il mare, solo mare.
un'infinita distesa azzurra fresca.
mare, mare, mare.
mi perdo nel mare.


mercoledi, agosto 17, 2005

estate, agosto.
il sole sulla pelle, brucia la pelle, cambia la pelle.
non cambia il corso dei giorni.
da lontano le urla dei bambini, la faccia riversa sulla sabbia.
lo toccano, lo chiamano, lo voltano.
solo la faccia riversa sulla sabbia.
e' li', occhi sbarrati, senza respiro.
la bocca semiaperta come a chiamare aiuto,
come a gridare silenzio.
qualcuno piu cinico passa lo guarda e ride.
qualcun altro lo osserva da dietro le spalle dell'uomo calvo.
ma lui resta li a fissare la morte.
lui resta ad asciugarsi lentamente.
un giorno che passa.
un pesce che muore.


domenica, agosto 14, 2005


sono tornato...
ma adesso sono un po' stanco per raccontarvi qualcosa..
avrete presto, prestissimo mie notizie!


domenica, luglio 24, 2005

da oggi qui comincio una nuova vita.
da oggi da qui nascono nuovi sogni e speranze.

come dante...

ok.
ricomincio da qui.
inseriro' in un unico post tutti i precedenti..
spero di non avervi causato molto disagio.