26 ottobre 2005

rose che piantano spine su spine, su mani.
e il capro espiatorio è il dottor venezia.
rotolo nel fango delle mie lenzuola con fare sospettoso
spiando la voglia d'amore.
tutto il giorno ad inseguire le formiche nei loro tratti di vita.
tutto il giorno a disegnare tratti di volti che non parlano.
e le luci del mattino sono deboli, effimere,
e i lampioni hanno vita breve.
finiscono di lavorare e diventano water per gatti.
quei miseri gatti che non trovano pace,
che non tacciono in amore
e non amano quando tacciono.
il blu resta fisso nel muro,
nel cavo del telefono,
sul monitor che parla cantando.
un quaderno pieno di sogni speranze e futuro.
piccoli quadratini da riempire giorno dopo giorno dopo ore passate insieme.
l'anziana donna mi guarda seduta sulla sua poltrona,
mi osserva e scruta le mie mani.
conoscendo la verità mi spinge avanti nei giorni e nelle note
di queste canzoni ricche di parole che crescono crescono crescono.
fino a scoppiare nel sale,
sale nel sole.
soli.
io e te nei nostri pensieri.

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