17 settembre 2005

il treno dei desideri

sei li in fila,
per entrare ad una festa di cui non te ne frega niente,
vorresti essere da tutt'altra parte.
vorresti annusare un profumo che ti piace,
prendere una mano,
sorridere.
ma sei li, in quella fila, in cui tutti si affannano a non
farsi rubare il posto, tutti cercano la cosa piu banale che passa per la testa per fare conversazione, perche' e' venerdi, e il venerdi sera non si parla di cose
serie.
noi vogliamo il divertimento, noi siamo animali che cercano una gabbia dove rinchiuderci e cominciare il corteggiamento sfoggiando i piumaggi piu' vivaci, il portamento piu' fiero, la sicurezza ostentata!
niente cose serie,
dentro di noi un'unico pensiero: stasera ci riesco, stasera mi accoppio.
le vedi tutte quelle teste che si girano a destra e a sinistra, in fila a guardare dentro, animali terrorizzati che si lanciano nel fuoco per fuggire il fuoco.
e' venerdi sera, l'unica sera di sette sere in cui si lasciano le scarpe per terra e si comincia a volare.
e li, in quella fila di ormoni vestiti a festa, il tuo maglioncino e' colmo di piccoli semini staccatisi dalla pianta su cui e' caduto.
mille semini, ne togli uno e ne scopri altri dieci.
ecco, anche per le piante e' venerdì sera.
loro si accoppiano cosi, attaccano il loro orgasmo ad un essere mobile e sperano nei loro figli.
quei figli che ora tu stai li a staccare, uno dopo l'altro, con la gente che ti parla accanto, con la musica che suona sulla tua testa, e quel treno che torna a casa, lento, troppo lento, ma ignaro.
in una sera di gennaio.

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