16 ottobre 2005

sperare

oggi, domenica 16 ottobre 2005 alle 12.26
ho compiuto il mio dovere di cittadino.
un dovere di cittadino parziale nel senso che si tratta solo di indicare alla sinistra come vorrei il mio domani.
stare qui a dire ho votato per questo o per quello è ininfluente.
la cosa che volevo lasciare in questo post è la sensazione che ho provato uscendo dal seggio.
il sole caldo che mi ha scaldato il volto di colpo, uscendo da un'aula fredda e umida.
un'idea sarebbe quella di far votare in giornate calde e di sole, all'aperto, ci sarebbe più entusiasmo e speranza da parte di tutti.
sono uscito, e mettendomi in tasca la tessera elettorale mi sono fermato sulle scale, con il sole negli occhi, e ho sognato.
ho sperato e sognato che quel voto in più possa far cambiare qualcosa.
a prescindere.
ho sognato una serie di domani, mi sentivo una lacrima dentro, immensa.
mi sono diretto verso la bici.
pedalando verso casa ho continuato a sperare.
che un giorno i miei figli possano vivere in un'italia degna di essere italia.
degna di essere quell'italia patria di italiani, popolo di poeti e navigatori.
e allora andiamo avanti, navighiamo a tutta forza, in alto mare, e sognamo con la nostra poesia.
quella poesia che ci ha sempre contraddistinti.
noi siamo l'italia, siamo più dell'america, più della germania, della francia e dell'inghilterra se vogliamo.
non me ne abbiano gli inglesi francesi tedeschi di turno..
capitemi.
noi siamo l'italia che sogna di essere grande, come lo siamo stati in passato, quando tutti sognavano di essere come noi.
noi siamo noi,
un insieme di italiani, che hanno voglia di ritornare a sorridere e sognare.

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