15 marzo 2006

la matita rossa

Si conobbero una mattina sotto la quercia al parco.
Lei una maestra d'asilo, lui tirava a campare lavorando all'ufficio delle poste e per racimolare qualche spicciolo in piu', ritraeva le persone che passavano sotto quella quercia nelle giornate piu' afose.
Non era per i soldi.
Gli piaceva tanto disegnare, guardare negli occhi le persone e ritrarle nei loro pensieri piu' vari.
Lo affascinava disegnare espressioni di un giovedi pomeriggio, marcare i tratti di occhi che volevano dimenticare liti in famiglia o sfumare sopracciglia che sognavano una casa con giardino e un cane.
Quella mattina lei leggeva un libro poco distante.
I suoi piedi nudi dondolavano a mo' di tergicristalli appoggiati sui talloni che affondavano nell'erba verde e fresca.
Aveva gambe morbide, un corpo esile ma di ossatura coraggiosa e le mani regalavano dita affusolate.
Quelle dita lui non le avrebbe piu' dimenticate, ma ancora non lo sapeva.
La scollatura del vestito mostrava un seno delicato, con curve sensibili e piu' su, il collo, un arcolbaleno di sensazioni.
Prese un foglio e la sua matita a punta morbida, cominciando a dare forma a quello che poteva essere il suo desiderio in quel momento.
Il corpo si delineava sempre piu', il vestito che scendeva sulle ginocchia.
Le dita che stringevano le pagine del suo libro.
E quegli occhi scuri che guardavano curiosi dentro le parole, dentro gli sguardi, dentro le emozioni.
Poi prese la matita rossa e tutt'intorno marco' il profilo.
L'aria si muoveva sinuosa fra i rami della quercia, scendeva dritta sul tronco e poi giu' sulla sua schiena, e quell’aria gli porto' un profumo di sogni, un profumo di parole e di speranze.
Scrisse poche righe accanto a quel disegno, quasi un promemoria.
Raccolse la sua roba, si alzo' e le ando' incontro e quando fu a un metro da lei si guardarono senza dir niente.
Affondarono i loro occhi nei loro sguardi senza chiedere perche', e continuarono a sognarsi per un po'.
Lui allungo' un braccio, dietro il braccio la mano e dietro la mano il foglio.
Lei porse le sue dita verso il cielo, guardo' il disegno e sorrise.
Quel sorriso lui non lo dimentico' piu'.

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